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Capodoglio di 12 metri spiaggiato a Varazze: il "macabro" rischio

Gli esperti stanno indagando sul corpo di un capodoglio morto e ritrovato lungo il litorale di Piani di Invrea nel territorio comunale di Varazze

Varazze capodoglio spiaggiato

Un capodoglio è stato trovato spiaggiato lungo il litorale ligure di Varazze, purtroppo l’animale quando è giunto a riva era già deceduto. Ora le autorità competenti stanno valutando come poter rimuovere il cetaceo dalla spiaggia date le sue grandi dimensioni e l’area in gran parte rocciosa in cui si è arenato.

Capodoglio trovato morto sulla spiaggia di Varazze

Piani di Invrea è un piccolo borgo che rientra nel territorio comunale di Varazze, in provincia di Savona. Il nome di questa località si deve al fatto che qui dominavano i marchesi d’Invrea, i quali avevano costruito nella zona un maniero, il Castello d’Invrea, tutt’ora di proprietà della famiglia. La fortezza di Invrea svetta imponente lungo questo tratto di costa ligure che è stato più volte premiato con la Bandiera Blu per la limpidezza delle sue acque e il rispetto dell’ambiente. In questi giorni però la zona è sulle pagine dei giornali per un altro avvenimento: lungo le coste di Piani di Invrea è stato trovato spiaggiato un capodoglio di 12 metri. Per ora gli esperti stanno ancora cercando di studiare le cause del decesso ma quello che si sa è che l’animale è giunto sulle coste liguri già morto.

È ormai noto che nelle acque italiane si trovino diversi capodogli. Risale a qualche settimana fa, sempre in Liguria, lo straordinario incontro con una famiglia di capodogli. In questo caso i ricercatori di Tethys hanno segnalato un gruppo, formato da otto o nove esemplari, che comprendeva anche due piccoli con le relative mamme e due giovani. Qualche settimana prima, invece, era toccato ad una grande megattera. Le acque della Liguria, infatti, fanno parte insieme a quelle dell’Argentario, della Sardegna, della Francia del sud e del Principato di Monaco del Santuario Pelagos, un’area nata con un accordo tra Francia, Italia e Principato di Monaco. In questa zona di mare protetta vivono otto diverse specie di mammiferi e cetacei (come delfini e balene) e la creazione Santuario Pelagos vuole promuovere azioni concertate per la protezione degli animali e dei loro habitat.

Le operazioni per la rimozione della carcassa

Non è la prima volta che uno di questi cetacei viene trovato morto in Italia. Un paio di anni fa era già successo un episodio simile in Sardegna dove a Cala Romantica, vicino a Porto Cervo, era stato trovato un capodoglio spiaggiato che al suo interno aveva un cucciolo di 2 metri ma anche più di 20 chili di rifiuti. Secondo le analisi era stata proprio l’alta quantità di rifiuti a causare la morte di questo esemplare. Attualmente non è ancora noto cosa abbia provocato il decesso del capodoglio di Varazze, ma enti ed esperti impegnati nelle attività di salvaguardia dei mari affermano che è sempre più necessario stabilire regole più stringenti per tutelare il Santuario di Pelagos e non solo. Ora, comunque, il problema è quello di capire come rimuovere il corpo dell’animale dato che questo capodoglio è di dimensioni abbastanza grandi e quindi risulta difficile spostarlo dal tratto di costa roccioso in cui si è arenato.

I rappresentati della regione Liguria (il presidente Giovanni Toti e il suo vice Alessandro Piana) stanno già lavorando con l’amministrazione comunale di Varazze per evitare che il capodoglio diventi una macabra attrattiva. Le dichiarazioni condivise dal Presidente Toti e dal suo Vice Piana sulla situazione sono state riportate dal Corriere della Sera: «Ci siamo subito messi in contatto con il sindaco di Varazze Luigi Pierfederici per dare l’aiuto della Regione in questa non facile operazione. I tecnici della Regione, insieme a quelli comunali, la guardia costiera e l’istituto zooprofilattico, stanno monitorando la situazione. Nel tavolo tecnico verrà trovata la soluzione migliore per smaltire il cetaceo, garantendo così la tutela della pubblica igiene e la sicurezza di tutti. Nel frattempo, rimane valida la raccomandazione di non avvicinarsi all’animale».