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L'uovo sodo perfetto esiste: scoperta dell'Università Federico II

I ricercatori dell'Università Federico II di Napoli hanno condotto uno studio per svelare il segreto della preparazione di un uovo sodo perfetto

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Uovo sodo

Cucinare un uovo sodo in maniera corretta può sembrare un compito all’apparenza semplice, ma nasconde diverse insidie: per raggiungere la perfezione c’è bisogno di seguire diversi passaggi. L’Università Federico II di Napoli ha svolto una ricerca per scoprire i segreti di un uovo sodo perfetto, utilizzando il metodo scientifico.

L’Università Federico II di Napoli ha scoperto il segreto dell’uovo sodo perfetto

Lo studio dell’ateneo partenopeo è stato pubblicato sulla rivista ‘Communications engineering’ del prestigioso gruppo ‘Nature’: si metta l’anima in pace chi pensa che cuocere un uovo sodo perfetto sia roba per principianti, perché sono diverse le cose da tenere in considerazione.

In base alla ricerca dell’Università Federico II di Napoli, inserita nella classifica delle migliori università d’Italia, bisogna cuocere l’uovo in una pentola di acqua bollente per due minuti e poi trasferirlo in una pentola a temperatura ambiente per altri due minuti. L’operazione va ripetuta otto volte per un totale di 32 minuti.

La scienza ha deciso di affidarsi a modelli matematici e computazionali al fine di interpretare al meglio il trasferimento di calore all’interno dell’albume e del tuorlo di un uovo: è stato simulato il modo in cui tempi e temperature diverse influenzano le parti interne dell’uovo, scoprendo che la cottura periodica, la variazione della temperatura tra 100 e 30 gradi centigradi, consente al tuorlo e all’albume di raggiungere temperature diverse in momenti diversi.

I responsabili della ricerca hanno sottoposto le uova cotte in questa maniera a otto esperti sensoriali, convocati dal team di ricerca per misurare il sapore, l’odoro e l’umidità. E gli esperti hanno dato parere positivo: con una cottura così progettata, l’uovo sodo è perfetto.

L’importanza della temperatura

L’Università Federico II di Napoli, per lo studio, si è rivolta all’Ovomont di Castelvetere sul Calore, una vera e propria eccellenza nel settore. E il professor Ernesto Di Maio, insegnante di Scienza e tecnologia dei materiali, ha spiegato che per raggiungere la perfezione è fondamentale anche conoscere la data di deposizione dell’uovo.

Emilia Di Lorenzo, ingegnere chimico, ha parlato così dello studio: “La sfida era quella di impostare due temperature diverse per le due parti dell’uovo, senza scomporle – si legge su ‘Repubblica’ – albume e tuorlo hanno infatti composizione diverse e le loro proteine di disgregano a temperature differenti, rispettivamente a 85 e 65 gradi Celsius”.

Sono diversi gli chef che hanno provato a risolvere a monte il problema della temperatura di tuorlo e albume, separando le due parti per poi rimetterle insieme a cottura ultimata. La scienza ha offerto però un’altra strada, dimostrando che non c’è bisogno di separare per raggiungere la perfezione.

Quando la scienza incontra la cucina

Quello dell’Università Federico II di Napoli non è certamente il primo caso in cui la scienza si fonde con il mondo della cucina: di recente, infatti, l’Università di Padova ha condotto uno studio per scoprire il segreto della cacio e pepe perfetta e raggiungere il giusto equilibrio tra sapore e consistenza.

I ricercatori dell’ateneo veneto hanno svelato che il segreto per preparare una cacio e pepe perfetta sta nell’amido che si lega con le proteine del formaggio e ha la capacità di stabilizzare la salsa.