Nel 2023 un terremoto ogni 30 minuti in Italia: il rapporto Ingv
L'Ingv ha pubblicato il rapporto dedicato agli eventi sismici in Italia: nel 2023 si sono registrate più di 16.000 scosse, quasi una ogni 30 minuti
Nel corso del 2023 in Italia si sono registrati 16.307 terremoti: a rivelarlo sono i dati rilasciati da parte dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I numeri risultano sostanzialmente molto simili al flusso di eventi sismici dell’anno precedente.
Terremoti in Italia nel 2023: i dati del rapporto Ingv
In base ai dati forniti dall’Ingv, la media di terremoti sul territorio nazionale nel 2023 è stata quasi di uno ogni 30 minuti. A proposito degli eventi sismici, il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni ha dichiarato che risulta “fondamentale diffondere la consapevolezza della pericolosità sismica – si legge su Repubblica – e l’importanza di conoscere sempre più la struttura geologica della nostra nazione, al fine di proteggerci sempre meglio dal rischio sismico”.
La scossa più forte registrata durante il 2023 in Italia si è verificata al largo della Calabria: magnitudo Mw 5.2 alle ore 4.41 del primo maggio. La regione con più scosse di magnitudo superiore a 2.0 è stata invece la Sicilia, una delle zone d’Italia più colpite da eventi estremi.
I dati forniti dall’Ingv consentono di avere una fotografia chiara di quella che è stata la situazione sismica dell’Italia nei dodici mesi del 2023: i terremoti registrati e localizzati sul territorio italiano e nelle aree limitrofe dalla Rete Sismica Nazionale, sono stati 44 al giorno, un dato in linea con quanto successo l’anno precedente. Durante il 2022, infatti, si superò la quota di 16.000 eventi sismici: per l’esattezza i terremoti in Italia furono 16.302, con una media di 44 scosse al giorno e quasi una ogni 30 minuti.
La tendenza, invece, risulta in leggero calo confrontando a partire dal 2019: fino al 2018, infatti, si risentiva della sequenza sismica dell’Italia centrale tra Amatrice, Norcia e Visso iniziata nell’agosto del 2016. Le conseguenze della sequenza portarono a un picco di 60.000 scosse nel giro di un solo anno. Dal 2019, invece, il numero è iniziato a diminuire.
Le zone più sismiche d’Italia
Le statistiche rivelano che dei 16.307 terremoti registrati in Italia nel 2023, solo 2.018 sono stati di magnitudo pari o superiore a 2.0, mentre 233 hanno avuto una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9, e 26 terremoti una magnitudo con valori compresi tra 4.0 e 4.9.
In totale gli eventi con una magnitudo superiore o uguale a 5.0 sono stati due: quello del primo maggio è avvenuto in profondità nel Mar Tirreno, al largo della costa della Calabria con una magnitudo di 5.2 Mw; l’altro, invece, risale al 16 febbraio in prossimità della costa settentrionale della Croazia, con una magnitudo di 5.1
I numeri dell’INGV rivelano che la Sicilia è stata la regione più attiva in Italia, andando a considerare solamente i terremoti con magnitudo pari o superiore a 2.0: gli eventi di questa portata sul territorio siciliano sono stati 181. Al contrario, la Sardegna si è confermata come la regione meno sismica del Paese.
Sono state numerose, inoltre, le sequenze sismiche registrate in Italia nel corso di tutto il 2023, come quella che ha dato il via ai terremoti dei Campi Flegrei in Campania, iniziati durante il mese di marzo e andati avanti nei mesi successivi. Tra le sequenze sismiche del Paese si segnalano quella dell’Appennino tosco-romagnolo con circa 800 terremoto e quella di Umbertide in Umbria.
POTREBBE INTERESSARTI
-
Castello delle Cerimonie, la Las Vegas di Napoli sul Times
-
Pompei, affresco "hard" nell'Insula dei Casti Amanti: la scoperta
-
I panettoni di Cannavacciuolo per il Natale 2024: novità e prezzi
-
Torino, Collina in crisi: perché oltre 300 ville sono in vendita
-
Tradimenti, la città italiana con più infedeli è Trieste
-
Caso Sangiuliano, la chiave d'oro di Pompei ce l'ha Boccia?
-
Nel mare di Gallipoli pescato un pesce scorpione: l'allarme
-
La classifica delle Regioni dove si vive di più in Italia
-
La cucina italiana non esiste: lo dice prof Barbero