Umbria, l'azienda spostata in Armenia ricomprata dai dipendenti
Gli 11 operai di Ceramisia, a Città di Castello, hanno investito i soldi del Tfr per fondare la cooperativa "Ceramica Noi"
Non ci stavano a perdere il proprio lavoro. Così, undici operai dell’ex Ceramisia di Città di Castello hanno risposto con grinta e determinazione alla notizia della delocalizzazione in Armenia, decidendo di comprare l’azienda per cui lavoravano e investire, così, sul proprio futuro e nel futuro del territorio.
Di fronte al rischio concreto di ritrovarsi disoccupati, i dipendenti e amici hanno scelto di rimboccarsi le maniche, dando vita alla cooperativa “Ceramica Noi”, che ha richiesto un investimento di 180mila euro, utilizzando come fondi il Tfr e la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione.
Hanno quindi acquistato i macchinari della vecchia proprietà e affittato il capannone, riuscendo nell’intento di non fermare la produzione e riconquistando i vecchi clienti, per la maggior parte provenienti dagli Stati Uniti.
Una sfida vinta, che oggi si riassume nello slogan “Tutti per uno, un sogno per tutti”, che i protagonisti di questa storia di rinascita e riscatto si sono tatuati sul braccio.
La cooperativa, che al momento conta 11 soci, ossia i lavoratori dell’azienda precedente, e ha assunto tre persone a tempo indeterminato, punta ora a vendere anche in Francia, Germania e Inghilterra e a sbarcare nei Paesi dell’Est.
Un successo che i fondatori di Ceramica Noi hanno deciso di celebrare in grande stile, con una festa di inaugurazione che, insolitamente, arriva a distanza di tre mesi dall’avvio del progetto, per ringraziare i fornitori, la città e tutte le persone che hanno sostenuto la rinascita dell’azienda, resa possibile grazie al fenomeno del workers buyout.
La formula consiste proprio nell’acquisto di una società realizzato dai dipendenti dell’impresa stessa che viene trasformata in cooperativa di lavoro. In questo modo, si ha la possibilità di trasformarsi da licenziati a imprenditori, salvando attività e dipendenti alle prese con la crisi della propria azienda.
All’inaugurazione ha partecipato anche il Comune di Città di Castello, con l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini che ha sottolineato come l’esperienza coraggiosa di Ceramica Noi possa far sperare per un diverso recupero delle attività del territorio.
Gli ex dipendenti di Ceramisia hanno dovuto lavorare anche 14 ore al giorno per riuscire nella loro impresa, ma alla fine ce l’hanno fatta e oggi la squadra di amici e soci di Ceramica Noi diventa il simbolo dell’Umbria che non si arrende e che continua a investire e ad impegnarsi per creare lavoro e sviluppo.
POTREBBE INTERESSARTI
-
A Torino apre il primo senior cohousing, il condominio per nonni
-
Dove si concentrano i fulmini in Italia: le aree più colpite
-
Sotto l'Arno c'è un passaggio segreto. E ora vogliono riaprirlo
-
Positano, caso scontrino: 30 euro per due birre da asporto
-
Svolta per le Frecce Tricolori: storico cambiamento dopo 40 anni
-
Criminalità, Milano città meno sicura d'Italia? Sfogo di Morgan
-
Valdieri, cittadinanza a Emanuele Filiberto di Savoia: il caso
-
"Tornano" le 10 lire: quanto valgono le nuove monete speciali
-
Delfini "troppo intelligenti": pescatori in Salento sono in crisi