Succiso: il paese dove ogni giorno si cambia lavoro
Nel paese-cooperativa ogni abitante svolge più mansioni, così la frazione emiliana è diventata un esempio per la salvaguardia dei borghi
In Italia esiste un paese dove ogni giorno si cambia mestiere. Si chiama Succiso e si trova in provincia di Reggio nell’Emilia. Qui, i 65 residenti di questa località emiliana protetta dall’Appennino Tosco-Emiliano si sono organizzati nella prima cooperativa di comunità d’Italia. Ognuno, per mantenerla in vita, si rimbocca le maniche e dà una mano dove serve. Solidarietà al servizio del proprio paese, amore per le proprie radici, un amalgama vincente, oltre ogni più rosea aspettativa.
Il paesino rischiava lo spopolamento. Agli inizi degli anni ’90 l’unico bar del paese abbassò le saracinesche, la scuola stava per chiudere e l’emigrazione era in aumento: una condanna. Un gruppo di amici, però, non si perse d’animo. Decise di investire i propri risparmi nella terra natia, un salto nel vuoto ma pieno di speranza. Nacque così la cooperativa “Valle dei Cavalieri”. Con profondo spirito di abnegazione e tanta passione gli abitanti del borgo hanno ridato linfa vitale al paesino destinato all’oblio.
Sono partiti dalla ricostruzione della scuola elementare, poi di un bar, fondamentale per mantenere in vita le relazioni interpersonali. Infine il colpo di genio: l’ideazione di una bottega di prodotti artigianali che oggi è punto di riferimento per gli abitanti di tutto il circondario. Nel tempo si sono aggiunti anche un ristorante e un agriturismo che hanno fatto di Succiso meta di almeno 18.000 turisti all’anno. I forni hanno ricominciato a far lievitare il pane, si allevano pecore e si produce un eccezionale formaggio.
La formula vincente di una rinascita esemplare? Unione, cooperazione e partecipazione. Il paese fantasma è diventato ambita meta turistica. Nella Cooperativa Valle dei Cavalieri tutti si danno una mano a vicenda, c’è liquidità delle mansioni. I dipendenti sono polivalenti, ognuno svolge diverse attività durante le giornate. La parola d’ordine è versatilità: c’è chi al mattino accompagna i bambini a scuola in pulmino, poi dà da mangiare alle pecore e infine alla sera cucina al ristorante. Altri infornano all’alba il pane e poi gestiscono gli arrivi nel nuovo albergo, accogliente e moderno.
Tutti contribuiscono a mantenere viva la comunità. Una formula vincente che è anche diventata oggetto di studio. Nei tornanti che portano al borgo alle porte del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano si inerpicano, da anni, studiosi di tutto il mondo. Sociologi ed economisti si sono susseguiti negli anni per comprendere il meccanismo virtuoso. Sono venuti dagli Stati Uniti, dal Canada, persino dal Giappone, dallo Swaziland e dalla Corea. Tutti a tentare di carpire i segreti di una rinascita che oggi fa di Succiso una comunità esemplare, da ammirare, contemplare ed applaudire.
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