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Torino, Collina in crisi: perché oltre 300 ville sono in vendita

La collina di Torino vede oltre 300 ville in vendita, segnando un netto declino del mercato immobiliare causato da insicurezza e cambiamenti sociali

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Crisi immobiliare nelle colline torinesi con oltre 300 ville in vendita

La collina torinese, un tempo simbolo di prestigio e residenza delle personalità di spicco della città, sta attraversando una fase di crisi immobiliare senza precedenti: da Superga a Pino Torinese, passando per Pecetto e altre zone circostanti, oltre 300 ville sono attualmente in vendita. Questa situazione, un tempo impensabile per un’area che rappresentava il rifugio dei vip, solleva interrogativi su come la città sia cambiata nel tempo.

Il declino del mercato immobiliare sulla collina di Torino

Negli ultimi cinque anni, il valore degli immobili sulla collina ha subito una significativa flessione, con una perdita stimata tra il 15% e il 20%. Una delle cause principali di questo declino sembra essere l’eccesso di offerta rispetto alla domanda. Numerosi annunci di ville storiche e residenze di lusso, in particolare nelle aree di Superga e Colle della Maddalena, sono rimasti invenduti per mesi.

Un fattore determinante è il crescente senso di insicurezza che si respira in queste zone. Episodi di furti in ville appartenenti a calciatori e figure influenti, come quelle di Kaio Jorge e Douglas Luiz, hanno fatto il giro delle cronache locali.

Come spiegano gli esperti immobiliari, però, il problema non è solo legato alla sicurezza.  La trasformazione della città di Torino ha inciso profondamente anche sulla composizione sociale della collina torinese che sembra aver perso il suo fascino per le nuove generazioni. Queste ultime preferirebbero vivere in zone più centrali e vivaci della città, piuttosto che in grandi dimore lontane dal centro.

Cambiamenti sociali e sicurezza: le cause della crisi

Come spiega Giovanni Judica Cordiglia, ceo di Investitalia, in un’intervista riportata sul ‘Corriere della Sera’, “La verità è che Torino è cambiata, e non da ieri. In collina un tempo abitava l’Avvocato Agnelli. Poi è arrivata la sua “corte”: industriali, spesso fornitori Fiat, car designer, e poi i dirigenti del Lingotto”.

Un tempo, dunque, la collina era abitata da industriali e dirigenti. Oggi, però, quella realtà è scomparsa. Ai figli degli imprenditori: “interessa poco o nulla vivere nella natura. Magari non vivono più a Torino ma all’estero. E poi quella casa padronale abitata da famiglie numerose con piano dedicato alla servitù è scomparso. Ecco perché la collina si spopola. Per farla rinascere servono interventi innovativi e più servizi”, conclude.

L’architetto Roberto Corrado, impegnato in diversi progetti di ristrutturazione nella zona, ha dichiarato che per far ripartire il mercato immobiliare sulla collina sono necessari progetti innovativi adatti alle esigenze attuali: “La misura giusta secondo me, per far ripartire la collina ci vogliono progetti adatti alla Torino di oggi. Le grandissime metrature non hanno più clienti”, ha spiegato l’architetto.

Nonostante tutto, un piccolo segnale di ripresa si è registrato durante gli anni della pandemia da Covid-19, con un lieve incremento della popolazione nei comuni di Pino Torinese, Pecetto e Baldissero, come confermato dalle agenzie immobiliari locali. Anche se, secondo Cesare Furbatto, di Furbatto Immobili, questa ripresa potrebbe essere solo temporanea: molte delle ville attualmente in vendita sono classificate come edifici di lusso e poco efficienti dal punto di vista energetico.

“Si tratta spesso di grandissime ville costruite negli anni Settanta e quindi poco efficienti. La realtà è che a queste condizioni la collina produrrà moltissimi annunci ma pochi vendite, finché non subentrano le imprese e magari le frazionano in piccole unità. La famiglia è cambiata, ci sono tanti single, o coppie senza figli, che non trascorrono il weekend in giardino“, ha affermato.