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Il Tartufo Bianco d'Alba può essere coltivato? La svolta

Una ricerca appena pubblicata rivoluziona il mondo della cucina concentrandosi su un ingrediente esclusivo: il Tartufo Bianco d’Alba può essere coltivato

Una ricerca rivela che il tartufo bianco si può coltivare

Tra gli ingredienti più preziosi ed esclusivi della cucina italiana c’è il tartufo, soprattutto nella variante bianca. L’esclusività è data anche dalla rarità ma oggi le cose possono cambiare: se fino a questo momento il tartufo veniva raccolto esclusivamente in ambiente boschivo in Italia e in altri pochissimi Paesi europei,  oggi sembra che si possa coltivare. A dare la notizia è la Francia che nel 2008 ha iniziato il lavoro di ricerca e che nel 2019 ha raccolto i primi tartufi coltivati.

La coltivazione del Tartufo Bianco

Una vera e propria svolta per la cucina, il Tartufo Bianco può essere coltivato. Se per anni il prezzo è lievitato sempre più per la sua rarità e per la possibilità di essere trovato solo in alcuni boschi selezionati d’Italia e in pochissimi altri Paesi europei grazie alla ricerca francese sembrerebbe che le cose possano cambiare.

La ricerca francese pubblicata sulla rivista Mycorrhiza racconta dello studio che ha portato alla raccolta dei primi tartufi coltivati. La coltivazione ha portato la scoperta di tre tartufi bianchi pregiati nel 2019 e di quattro tartufi bianchi pregiati nel 2020. La rivista racconta della scoperta come la possibilità di aumentare la reperibilità del prodotto aprendo la strada della coltivazione all’Italia ma anche ad altre parti del mondo.

Il Tartufo Bianco d’Alba

Tra gli ingredienti più costosi della cucina, il tartufo bianco d’Alba ha una fama che lo precede. Candidato a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, è un ingrediente dal sapore caratteristico che deve il suo colore alla tipologia di albero vicino a cui si sviluppa. Il Tartufo Bianco d’Alba, che ogni anno viene festeggiato con una fiera, non viene raccolto solamente nell’area di Alba ma in tutto il Basso Piemonte nella zona delle Langhe e del Roero.

La storia del tartufo ha radici antiche, veniva già consumato ai tempi dei Greci e si narra che ai banchetti di Lucrezia Borgia e Caterina De Medici non potesse mai mancare. Il tartufo bianco d’Alba ha un profumo intenso e non deve assolutamente essere cotto, il suo utilizzo avviene a crudo affettandolo direttamente sul piatto. Alba ha trasformato il tartufo in uno dei simboli non solo della cucina locale ma internazionale, arrivando a vendere a oltre 160.000 dollari un tartufo da record di oltre 1,5kg.