Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Piano di riarmo in Italia: quanti soldati ha l'esercito italiano

Piano di riarmo in Italia? Ecco la situazione alla luce dei nuovi scenari geopolitici internazionali e quanti soldati ci sono nell'esercito italiano

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Esercito italiano

Lo scenario geopolitico internazionale, anche alla luce della strategia del Presidente americano Donald Trump, potrebbe portare a un fabbisogno maggiore di militari anche da parte dell’esercito italiano.

Piano di riarmo per l’Italia: quanti soldati ci sono nell’esercito

Allo stato attuale delle cose, l’esercito del nostro Paese è composto da poco meno di 100 mila unità, divise tra personale militare e civile; la Marina da 30 mila unità circa e l’Aeronautica Militare da poco meno di 37 mila.

A questi dati vanno aggiunti i circa 108 mila, tra uomini e donne, dell’Arma dei Carabinieri. Tali numeri, fino a questo momento, sono stati sufficienti per garantire all’Italia un ruolo fondamentale in alcune missioni di pace a livello internazionali, come quella conclusa in Afghanistan e quelle ancora in corso in Kosovo e Libano.

Con il mutamento dello scenario globale, però, c’è chi sostiene la necessità di rafforzare l’organico militare del nostro Paese. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, a tal proposito, ha tenuto a specificare su ‘X’ che:

“La consistenza delle Forze Armate è fissata da una legge. Non ho problemi a dire, come ho già detto più volte che quel modello ormai è inadeguato e va cambiato. Lo si farà in Parlamento. Ma, a mio avviso, all’Interno di un provvedimento molto più ampio che un semplice aumento di organici, che affronti tutti i temi connessi alla difesa e sicurezza di una nazione”.

Forza militare italiana: cosa pensano i Capi di Stato Maggiore

L’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, in un’intervista concessa a ‘Repubblica’ ha spiegato: “È necessario rafforzare e potenziare la squadra ma per un periodo limitato. Questo sforzo può durare per tre-quattro anni, non oltre. Le marine francesi e britannica, simili a noi come numero di navi, hanno 10 mila persone in più. Noi siamo fermi a 30 mila. Credo che sarebbe opportuno aumentare l’organico a 39 mila e so che il ministro Guido Crosetto ci sta lavorando perché è molto sensibile alle esigenze del personale”.

A sottolineare la necessità di rafforzare l’organico militare è stato anche Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’esercito, nel corso di un intervento di fine gennaio in audizione in Parlamento: “Con l’approvazione della legge 119 del 22 e del decreto legislativo 185 del 23 – le parole di Masiello riportate da ‘Il Sole 24 Ore’ – è stato invertito il trend di riduzione delle dotazioni organiche della difesa prevedendo un incremento di 3700 unità per l’esercito e fissando i volumi complessivi della forza armata a 93.100 unità”.

Parlando del “personale militare da conseguire entro il 2033″ Masiello ha spiegato che “Questi volumi risultano comunque inadeguati alle esigenze di carattere operativo e non assicurano alla forza armata la massa necessaria ad affrontare un eventuale conflitto ad alta intensità che richiede la capacità di alimentare e rigenerare le forze impiegate in combattimento”.

La questione legata all’importanza di rafforzare gli organici era stata affrontata anche dall’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, attualmente Presidente del Comitato militare della Nato. Nel 2024, durante un’audizione informale presso le commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato, Dragone aveva definito le forze armate italiane “sottodimensionate”, dichiarando:

“Non abbiamo abbastanza uomini, siamo assolutamente sottodimensionati. 150 mila è improponibile, che è quello che attualmente ci è stato approvato è ancora poco, e con 170 mila siamo al limite della sopravvivenza. Nell’esercito abbiamo turni di impiego massacranti. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le minacce, e il nostro impegno è sempre più massivo. Vogliamo una difesa europea, e questo ci richiederà tanto”.