C'è un tesoro sotto al lago di Albano: via alle esplorazioni
Sotto al lago di Albano si nasconderebbe un vero e proprio tesoro di risorse geotermiche: al via le esplorazioni in tutta l'area dei Castelli Romani
Sotto al lago di Albano potrebbe nascondersi un vero e proprio tesoro di risorse: il territorio dei Castelli Romani è al centro di un progetto che porterebbe a scavare pozzi profondi fino a 3 chilometri con l’obiettivo di recuperare energia dal sottosuolo.
Sotto il Lago di Albano c’è un tesoro di risorse geotermiche
Sono previste delle nuove esplorazioni geotermiche nel territorio che comprende i comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Marino, Nemi, Rocca di Papa e anche una parte del territorio di Roma.
La Regione Lazio ha dato il via libera per avviare le prime esplorazioni geotermiche nella zona che serviranno a valutare la presenza di risorse nel sottosuolo, come riportato da ‘ilcaffe.tv’. Si cercano risorse pulite e sostenibili che potrebbero rappresentare una svolta.
La prima fase della ricerca prevede delle prospezioni geofisiche superficiali che verranno effettuate utilizzando strumenti che non comportano la perforazione del terreno. Se i risultati delle indagini confermassero la presenza di un giacimento geotermico, allora si potrà procedere con una nuova richiesta di autorizzazione per la perforazione di pozzi esplorativi.
La ricerca dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulle risorse geotermiche a media entalpia, con temperature superiori ai 120 gradi e profondità comprese tra i 2.000 e i 3.000 metri. Trovare risorse geotermiche consentirebbe di avere accesso a una tipologia di energia rinnovabile che potrebbe rappresentare una svolta nella produzione di energia pulita e sostenibile.
Le reazioni al progetto di esplorazione del sottosuolo
Le reazioni alla notizia delle possibili indagini esplorative nel territorio dei Castelli Romani sono state accolte in maniera contrastante: da un lato c’è la speranza di poter avere accesso a un vero e proprio tesoro di energia sostenibile, ma dall’altro sono emerse preoccupazioni da parte dei cittadini.
Tra i timori principali c’è quello che riguarda le falde acquifere del lago di Albano, già messe a dura prova dalla siccità e dal progressivo abbassamento del livello del livello dell’acqua.
Gli scavi, soprattutto di elevata profondità, potrebbero andare a compromettere la qualità dell’acqua potabile e al tempo stesso, ridurre la disponibilità di risorse idriche. Esisterebbe, inoltre, anche un rischio sismico: il territorio dei Castelli Romani, infatti, è considerato un’area vulcanica quiescente e scavi di una certa profondità rischierebbero di alterare il suo equilibro geologico, con l’aumento della possibilità di movimenti sismici.
La società responsabile della ricerca ha già assicurato che tutti i lavori saranno condotti nel pieno rispetto delle normative ambientali; le varie fasi verranno condotte con il monitoraggio costante da parte di tutti gli enti competenti. Bisogna ricordare, inoltre, che la Regione Lazio ha concesso l’autorizzazione per le indagini non invasive nella zona dei Castelli Romani, e che eventuali interventi più profondi dovranno essere sottoposti a una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale.
Il dibattito sulla questione resta ancora acceso e i comitati ambientalisti locali hanno chiesto un maggiore coinvolgimento della popolazione, una sorta di faccia a faccia pubblico in uno dei comuni interessati che ricordiamo, sono: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Marino, Nemi, Rocca di Papa e una parte del comune di Roma.
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