La storia noir di Villa San Martino di Silvio Berlusconi a Arcore
La storia noir nel passato di Villa San Sebastiano, la casa di Arcore di Silvio Berlusconi: un caso di cronaca nera legato al precedente proprietario
Villa San Martino ad Arcore, la residenza storica di Silvio Berlusconi, ha un passato noir legato alla famiglia nobile dei Casati Stampa: il marchese Camillo, l’ultimo proprietario prima del Cavaliere, fu protagonista di una vicenda di cronaca nera.
Villa San Sebastiano ad Arcore: il passato noir
Camillo Casati Stampa, nel 1958, aveva sposato in seconde nozze Anna Fallarino, a sua volta reduce da un matrimonio fallito e successivamente annullato dalla Sacra Rota. I due, diventati moglie e marito, erano costantemente sotto i riflettori: frequentavano il jet set internazionale e in modo particolare la Costa Azzurra, dove erano conosciutissimi.
Durante l’estate del 1970, Cammillo Casati Stampa partì per una battuta di caccia in compagnia della famiglia Marzotto, lasciando Anna Fallarino da sola a Roma nella casa di via Puccini. Quando il marchese, chiamando la moglie, sentì rispondere al telefono la voce di un uomo, fu preso dall’ira.
Decise allora di recarsi subito nella Capitale e una volta raggiunta l’abitazione, secondo la ricostruzione riportata dal Corriere della Sera, trovò la moglie in compagnia dell’uomo che aveva risposto al telefono: a quel punto, dopo aver congedato il personale di servizio, si udirono diversi spari.
All’arrivo della polizia, gli agenti trovarono il cadavere di Anna Fallarino colpita al torace, con le gambe distese su un tavolino e ai suoi piedi giaceva senza vita, su un tappeto, l’uomo che era con lei. Su una poltrona, invece, c’era Camillo Casati Stampa con il volto sfigurato: il marchese si era tolto la vita puntandosi al mento un fucile Remington calibro 12.
La controversia sull’eredità
La morte di Camillo Casati Stampa e Anna Fallarino, oltre a riempire per settimane le pagine dei giornali, diede il via a una controversia sull’eredità del marchese che dal primo matrimonio aveva avuto una figlia, all’epoca ancora minorenne. Dell’eredità facevano parte diverse proprietà sparse tra Roma, Milano e la Brianza, tra cui proprio Villa San Martino.
Il testamento del marchese indicò Anna Fallarino come la destinataria del suo patrimonio, ma l’erede universale era la figlia minorenne: la villa di Arcore andò proprio alla figlia che nel frattempo era diventata maggiorenne e si era trasferita in Brasile. Dal marchese ereditò Villa San Martino ma anche diversi debiti.
L’acquisto da parte di Silvio Berlusconi
La proprietà di Arcore venne affidata al legale di famiglia, l’avvocato Cesare Previti e fu valutata 1 miliardo e 700 milioni di lire nel 1974. Silvio Berlusconi, all’epoca imprenditore in rampa di lancio, si fece avanti per acquistare la villa, aggiudicandosela per 500 milioni di lire, la metà dei quali in titoli azionari. Il resto è storia: Villa San Martino divenne uno dei luoghi del cuore di Silvio Berlusconi, il quartier generale del Cavaliere che iniziò la sua scalata imprenditoriale e politica.
Villa San Martino, che diventerà un museo, è situata ad Arcore nella provincia di Monza e Brianza, e fa parte del gruppo delle ville di delizia insieme a Villa Borromeo d’Adda e Villa la Cazzola. Passata nelle mani di Silvio Berlusconi, fu oggetto di un restauro di tipo conservativo della sua porzione più antica, e di un ripristino di alcune parti che erano state alterate da interventi precedenti o che apparivano ormai fatiscenti.
Nel parco della tenuta di Villa San Martino, il Cavaliere collocò un mausoleo personale in marmo e travertino costituito in superficie da un monumento da 100 tonnellate, sotto il quale venne ricavata una camera sepolcrale ipogea con un grande sarcofago in marmo rosa e diversi loculi.
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