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Leonardo da Vinci intuì il segreto della gravità prima di Newton

Secondo un recente studio, Leonardo da Vinci aveva intuito la natura della forza di gravità in anticipo di quasi due secoli sulle scoperte di Newton

Leonardo da Vinci aveva intuito il segreto della gravità in anticipo di quasi due secoli

Leonardo da Vinci aveva intuito la natura della gravità quasi duecento anni prima di Isaac Newton: la conferma arriva da uno studio recentemente pubblicato da un team internazionale composto da due ricercatori del CALTEC, il California Institute of Technology, ed esperti dell’Università di scienze applicate e arti della Svizzera occidentale.

La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale ‘Leonardo’, dimostra che il genio del Rinascimento italiano era molto vicino a scoprire il segreto della gravità: Leonardo da Vinci sarebbe stato in grado di calcolare il valore della costante gravitazionale – con un’accuratezza vicina al 100% – con quasi due secoli di anticipo rispetto alla formulazione della legge di gravitazione universale di Newton.

Leonardo da Vinci aveva intuito il segreto della gravità

Leonardo da Vinci era in anticipo di secoli: la scienza di oggi, che può contare su strumenti estremamente più sofisticati di quelli a disposizione in epoca rinascimentale, continua a dare conferme della capacità del genio italiano di precorrere i tempi.

Dopo la prova che la “vite aerea” progettata nel 1480 è realmente in grado di volare, arriva oggi la dimostrazione di una delle intuizioni forse più rivoluzionarie di Leonardo da Vinci: secondo gli ingegneri di CALTEC, il genio italiano aveva tentato di risolvere il mistero della gravità, arrivando molto vicino alla soluzione.

Gli autori dello studio hanno esaminato in particolare alcuni appunti contenuti nel Codice Arundel, una corposa raccolta di note e disegni che risalgono al periodo compreso tra il 1480 e il 1518, in cui Leonardo da Vinci descrisse fossili di balena e il volo degli uccelli e trattò diffusamente argomenti che vanno dall’ottica al corso dei fiumi.

Tra le pagine del Codice Arundel si trova anche la rappresentazione di un esperimento che, secondo i ricercatori, era vicino a svelare il segreto della gravità: “Si tratta della più accurata rappresentazione della realtà possibile con i mezzi e i modelli scientifici a disposizione”, affermano gli scienziati. L’autore del ritratto più celebre ed enigmatico della storia dell’arte avrebbe potuto calcolare la costante di gravitazione G con un’accuratezza stimata del 97%.

La gravità nel Codice Arundel di Leonardo

Tra i disegni del Codice Arundel ce n’è uno in particolare che ha attirato gli studiosi: l’appunto di Leonardo rappresenta un esperimento in cui una caraffa, si sposta trasversalmente su un piano orizzontale mentre versa del liquido. Questo movimento crea i due lati di un triangolo rettangolo, che coincidono con il moto trasversale dell’oggetto che versa e con il moto naturale dell’acqua versata.

Nelle parole di Leonardo, tradotte da Flavio Noca dell’Università di scienze applicate e arte di Ginevra: “II moto traversal del vaso che versa, col moto natural della cosa versata han creati e’ due lati dell’ortogonio, del quall’ipotemissa è la cosa che versa”.

Sull’ipotenusa di questo triangolo si trova appuntato “Equatione di Moti”: Leonardo da Vinci aveva intuito che la velocità di caduta non è costante, ma subisce un’accelerazione legata tanto alla velocità con cui si muove l’oggetto che versa l’acqua quanto a una forza che spinge l’accelerazione verso il basso, la gravità.

Leonardo da Vinci era anche consapevole del fatto che muovendo il vaso alla stessa velocità impartita all’acqua dalla forza di gravità, allora questa cadendo avrebbe disegnato l’ipotenusa di un triangolo equilatero.

“Non sappiamo se da Vinci abbia fatto ulteriori esperimenti o indagato la questione più a fondo”, scrivono gli autori della ricerca, “ma il fatto che si confrontasse con questioni del genere in questo modo, all’inizio del Cinquecento, dimostra quanto fosse avanti il suo pensiero”.