Alla Sapienza si dipingono la Monnalisa e il volto di Totti con i batteri
Colture di Escheria Coli comandate da fasci di luce sono stati disposti in modo da ricreare ritratti. La scoperta sarà utile perla medicina
Altro che colori ad olio o tempere, all’Univerità La Sapienza di Roma si dipinge con i batteri. Al posto del pennello, fasci di luce, che riescono disegnare con precisione micrometrica tutto ciò che si vuole. Ed ecco che una colonia di batteri di Escherichia Coli ha ricreato le fattezze di Francsco Totti, il campione della Roma che recentemente ha dato l’addio al calcio giocato.
Gli artisti che hanno compiuto l’impresa mai riuscita prima sono gli scienziati del Dipartimento di Fisica della Sapienza assieme ai colleghi del Soft Living Matter Laboratory dell’istituto di Nanotecnlologia del Cnr. I ricercatori sono riusciti a controllare i batteri facendoli muovere dove desiderevano tramite la luce, ordinando loro di disporsi in modo da comporre la silhouette del campione romano e della donna più famosa nella storia dell’arte.
Ma ad essere utilizzato come modello non è stato soltanto il “pupone“, icona pop e idolo degli amanti del calcio. Anche la Monnalisa di Leonardo Da Vinci è stata riprodotta utilizzando i batteri con una precisione che avrebbe lasciato di stucco lo stesso autore dell’opera.
Al di là del gioco però c’è molto altro. La scoperta potrà servire in un futuro prossimo per realizzare strutture complesse fatte interamente di batteri in modo che possano riparare i tessuti corporei o addirittura fare in modo che i farmaci e i medicinali possano essere trasportati esattamente dove servano, evitando che vengano dispersi anche nelle parti del corpo dove non servono.
“Nel nostro studio”, spiega Roberto Di Leonardo, professore associato del Dipartimento di Fisica all’ateneo romano e coordinatore del team di ricercatori, una sospensione di batteri può produrre una nuova classe di materiali attivi e controllabili con la luce, la cui densità può essere modulata accuratamente, velocemente e reversibilmente usando un proiettore di luce a bassa potenza. Proseguendo su questa strada, i batteri potrebbero essere usati per creare strutture biomeccaniche solide o nuovi microdispositivi per il trasporto di materiale biologico all’interno dell’organismo”.
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