San Casciano come Riace: una scoperta che cambierà la storia
Secondo gli archeologi siamo di fronte a una scoperta che riscriverà la storia: un tesoro unico è emerso dai fanghi del Bagno Grande di San Casciano
Secondo gli archeologi, quella appena avvenuta a San Casciano dei Bagni è una scoperta che cambierà la storia: adagiate sul fondo di una grande vasca sacra di epoca romana, protette per oltre duemila anni dai fanghi e dall’acqua calda della fonte termale, sono emerse 24 statue in bronzo di raffinatissima fattura perfettamente conservate. Ventiquattro capolavori dell’antichità che aprono un nuovo capitolo nella storia del sacro tra etruschi e romani, e che sono tra i ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico.
Dal Bagno Grande di San Casciano emergono 24 statue in bronzo
Le 24 statue in bronzo emerse dalla grande vasca sacra di San Casciano dei Bagni sono “una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, dichiara all’ANSA l’archeologo Jacopo Tabolli, che dal 2019 guida gli scavi nel prezioso sito archeologico in provincia di Siena.
Protette dai fanghi e dalle calde acque termali, giacevano da secoli intatte sul fondo della vasca: statue in bronzo magnificamente lavorate raffiguranti Igea, Apollo, matrone, fanciulli e diverse divinità, cinque delle quali alte quasi un metro, in perfetto stato di conservazione. Si tratta di un tesoro “assolutamente unico”, spiega Tabolli: quello appena rinvenuto è “il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”.
Come sulle sepolture della Balena, emerse durante gli scavi del 2007, sulle statue in bronzo dell’antichissimo santuario di San Casciano sono riportate numerose iscrizioni votive in etrusco e in latino, segno che “all’interno di queste vasche e su questi altari”, spiega l’archeologo dell’Università per Stranieri di Siena, riuscivano a convivere “due mondi, quello etrusco e quello latino”.
Le 24 statue provengono dalle grandi famiglie etrusche e romane della zona, e sono databili tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., in un momento segnato dai conflitti per il passaggio, in Etruria, tra la fase etrusca della dominazione del territorio e quella romana. Nonostante ciò, spiega Tabolli, etruschi e romani si trovavano insieme a questi altari, al cospetto delle divinità della fonte.
L’imponente santuario rinvenuto nel 2020 nell’area del Bagno Grande esisteva già da almeno un secolo, e continuò ad esistere fino all’epoca cristiana. Nel V secolo, il santuario dedicato ad Apollo venne chiuso, e le divinità delle acque finirono sigillate con cura all’interno delle vasche sacre – che oggi le riconsegnano alla storia in perfette condizioni.
Il ministro Sangiuliano: “Un ritrovamento eccezionale”
Il complesso del santuario del Bagno Grande continua a regalare straordinarie testimonianze di un’epoca antica ancora da esplorare: alla monumentalità spiccata del sito, spiega il direttore dello scavo Emanuele Mariotti, “va aggiunto il mistero di un grande arco, al centro della struttura, che doveva servire come accesso monumentale alle acque” o come supporto di una magnificente architettura a terrazze, da sempre dedicata alla divinazione dell’acqua.
Quella di San Casciano è “la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei del MiC. Lo stesso Osanna, soltanto nell’agosto del 2022, aveva annunciato l’apertura di un museo interamente dedicato alle meraviglie del Bagno Grande, che verrà allestito all’interno di un palazzo del Cinquecento nel centro storico del borgo.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, appena insediato, ha già visitato il laboratorio che ospita le statue appena ritrovate: l’ultimo del Bagno Grande è, nelle parole del ministro, “un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici”.
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