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Salento da gustare: un tour enogastronomico

Cibi tradizionali e vitigni eccellenti su scenari mozzafiato: 3 giorni in Salento, tra le "perle nascoste" e le località più turistiche del territorio

La penisola salentina è il territorio più a est del Paese. Geograficamente in Puglia, il Salento si distingue dal resto della regione per tratti culturali, linguistici e anche legati alle tradizioni enogastronomiche.

L’antica Messapia (così la chiamavano i greci che l’abitarono sin dal VII secolo a.C.) si presenta oggi come un territorio intensamente popolato di colture di ulivi secolari e tracce di civiltà antiche, ma anche di assolute eccellenze: artigianato tradizionale, vini DOC e la più tipica cucina salentina sono gli ingredienti di questo itinerario nel Salento da gustare.

In tre giorni attraverseremo il versante orientale della penisola salentina, da Lecce a Santa Maria di Leuca, la città più a sud della regione.

Tappa 1. Lecce, la capitale del Barocco

La città delle quaranta chiese, che fu lo splendore dell’Italia barocca, è una delle città d’arte più importanti d’Italia: lo scenario ideale in cui iniziare ad assaporare il gusto del Salento, magari facendo colazione con un buon pasticciotto leccese (dolce cotto al forno composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera, nella foto in basso e in copertina)..

Tra le aree archeologiche risalenti all’antica dominazione messapica, gli imponenti teatri di epoca romana e l’espressione più tipica del barocco italiano del Seicento, il nostro itinerario leccese non può che partire da Piazza Sant’Oronzo.

Qui sorge l’Anfiteatro Romano di Lecce, risalente all’epoca di Augusto, e non sarà certo difficile, prima di avviarsi verso l’imperdibile spettacolo della Cattedrale di Santa Maria Assunta, trovare il posto più adatto per un pranzo a base di cucina salentina.

Tra i primi piatti tipici della zona, le orecchiette al sugo con ricotta di pecora e le sagne ‘ncannulate, delle particolari tagliatelle ritorte servite generalmente con un sugo di pomodoro, ricotta e basilico.

Una passeggiata verso la Basilica di Santa Croce ed un’incursione nei giardini della Villa Reale ci traghettano verso un piacevole aperitivo a base di rustico leccese e, finalmente, del buon vino DOC.

Tra le denominazioni più caratteristiche dell’area di Lecce, il Leverano DOC ed il più robusto Copertino DOC, entrambi a base di uve del vitigno più tipico della Puglia, il Negroamaro.

Assolutamente superfluo iniziare a preoccuparsi per l’accostamento pesce e vino rosso che ci aspetta a cena: sia il Negramaro sia il Primitivo, l’altro vitigno tipico della regione, sono considerati tra i vini rossi più indicati per accompagnare il pesce.

Pasticciotto salentino

Tappa 2. Maglie, uno sguardo all’entroterra salentino

Ad appena trenta chilometri da Lecce, la città di Maglie è un importante centro economico per la terra salentina ultimamente molto amato dai turisti, che stanno scoprendo sempre più numerosi l’intreccio di tradizione e vitalità della cittadina che si crede originata da tre masserie.

Maglie è sede da oltre vent’anni del “Mercatino del Gusto”, una grande iniziativa che si svolge nei primi giorni d’Agosto e che è certo tappa immancabile, se si progetta un tour gastronomico del Salento in altissima stagione.

La città è nota come il salotto del Salento, il posto perfetto per godersi una passeggiata per le botteghe dell’antico borgo, tra artigianato locale e gusto. Tipiche di Maglie sono l’arte tradizionale del merletto e la tradizione del ferro battuto, ed è qui che si trova il parco di Villa Tamborino, conosciuto come uno dei più belli della regione.

Il centro storico di Maglie si snoda tra Piazza Aldo Moro, cui la città diede i natali, e la chiesa di Sant’Antonio Abate, a pochi passi dal parco. Da vedere la Chiesa Collegiata di San Nicola, ovvero il Duomo di Maglie.

Un buon Negroamaro di Terra d’Otranto DOC, altro vitigno tipico delle terre salentine, è perfetto per accompagnare un pranzo a base di fritti: ciceri e tria, una sorta di pasta e ceci a base di tagliatelle fritte, è forse il piatto in assoluto più tipico del Salento; a completare la sbirciata alla tradizione della frittura salentina un assaggio di pittule, speciali frittelle farcite (nella foto in basso).

Pittule

Tappa 3. Otranto, la porta d’Oriene

Otranto è un passaggio obbligato per qualunque itinerario salentino: la città più a est d’Italia è una meta turistica di primo livello, amata dai viaggiatori di tutto il mondo. Da sempre crocevia di popoli, nel 2010 Otranto è stata riconosciuta come borgo Patrimonio Culturale dell’Unesco.

Oltrepassata la Porta Alfonsina, si apre l’affascinante scenario del borgo nato come fortezza sul mare: le caratteristiche stradine che costeggiano le tradizionali case bianche salentine sono un susseguirsi di botteghe, ristoranti e locali in cui sperimentare l’arte pugliese dell’aperitivo.

Zucchine, pomodori, melanzane e peperoni arrosto, calzoni fritti, taralli, e friseddhe sono un buon accompagnamento per un Negroamaro di Terra d’Otranto DOC, magari nella sua declinazione frizzante. A dominare la scena di qualunque aperitivo salentino saranno però ancora i rustici leccesi, prelibatezza diffusa in tutto il Salento (nella foto in basso).

Dopo una visita al Castello Aragonese, ed un inevitabile passaggio per la splendida Cattedrale di Santa Maria Annunziata, terremo l’assaggio del celebre Salice Salentino DOC, più dolce e robusto, per la cena.

Rustico leccese

Tappa 4. Santa Maria di Leuca

Santa Maria di Leuca è il centro abitato più a sud della Puglia: ci avviciniamo al mattino, scegliendo di percorrere la strada che dalla cava di bauxite di Otranto discende lungo il tacco dello Stivale costeggiando le meravigliose spiagge salentine, da Santa Cesarea a Porto Tricase passando per le fortificazioni di Castro.

Leuca è famosa per le grotte che si trovano lungo il litorale (le più famose quella della Porcinara e la Grotta del Diavolo) e per le ville ottocentesche che, costruite nel XIX secolo negli stili mediterraneo, moresco ed orientale, donano alla piccola frazione un aspetto del tutto peculiare.

Avvicinandosi alla costa dal promontorio, si incontrano la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae, edificata dove sorgeva un importante tempio dedicato a Minerva la cui ara è tuttora conservata all’interno della chiesa, e il famoso faro bianco di Santa Maria di Leuca (nella foto).

La nostra ultima tappa alla scoperta del gusto salentino passa per Lèviche, così la chiamano i salentini. Nelle caratteristiche vie di Leuca si trovano splendidi locali: la nostra ricerca di tipicità trova un’ottima accoglienza alla Casa Museo Retrò di Piazza Mercato, dove la cucina più tradizionale del Salento incontra una storia di pirati e signori.

Nella dimora storica sono ancora ben conservate la cantina in muratura a pendenti e la “gettarola”, da cui venivano lanciati olio bollente e pietre ai pirati dediti al saccheggio delle aree costiere.

Il faro di Santa Maria di Leuca