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Ponte sullo Stretto: Calabria e Sicilia si stanno allontanando

Ponte sullo Stretto, la Sicilia e la Calabria si stanno allontanando: a rivelarlo è stata l'ultima campagna oceanografica condotta da parte del Cnr

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Stretto di Messina

Ci sono nuovi studi che fanno scattare l’allarme sulla possibile costruzione del Ponte sullo Stretto che collegherebbe la Calabria con la Sicilia: le due sponde di starebbero allontanando in maniera costante.

Da una parte ci sono gli studi condotti dal Cnr e dall’Ispra che sconsigliano la costruzione del ponte; dall’altra, invece, quelli della società Stretto di Messina che non condivide i rischi a riguardo. Nel frattempo il Ministro Salvini ha fissato entro la fine del 2024 l’inizio dei cantieri.

Ponte sullo Stretto: la Calabria e la Sicilia si stanno allontanando

Durante “Sirene”, l’ultima campagna oceanografica del Cnr che ha permesso di documentare le spaccature sul fondale marino tra Sicilia e Calabria, è stato scoperto che le faglie sono attive e allontanano progressivamente le sponde delle due regioni.

A dimostrare l’attività delle faglie sono i diapiri, i sedimenti che risalgono da zone profonde visibili solo con le ecografie del sottosuolo, e i vulcani di fango che si formano quando materiale profondo risale verso la superficie insieme a fluidi e gas, dando vita anche a vere e proprie eruzioni e, di conseguenza, a movimenti sismici.

A questo punto tocca ai ricercatori provare a comprendere la reale attività e pericolosità delle faglie, sia per una questione di rischio sismico, sia per capire l’impatto sulla morfologia dell’area dove dovrebbe sorgere il tanto agognato Ponte sullo Stretto.

Per la società Stretto di Messina il problema non esiste e l’amministratore delegato Pietro Cucci ha dichiarato: “È noto che le coste siciliana e calabrese sono soggette a un seppur minimo allontanamento ampiamente considerato nel progetto definitivo del 2011 e nel suo aggiornamento del 2024 – si legge su ‘Repubblica’ – il movimento differenziale tra i due siti scelti per i piloni è inferiore a 1 mm/anno”.

La società Stretto di Messina è adesso chiamata a provare che le faglie non rappresentano un problema alla commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente, in attesa delle risposte alle 239 criticità individuate: per farlo dovrà fornire dati, cifre, studi ed elaborati sugli scenari di rischio. La stessa cosa dovrà avvenire per le faglie già individuate a terra e considerate pericolose dall’Ispra.

Le parole del Ministro Matteo Salvini

Del Ponte sullo Stretto è tornato a parlare Matteo Salvini, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, in occasione di un suo intervento al Forum di Cernobbio:

“Dicono che il Ponte sullo Stretto sia sovranista ma è un ponte che unisce – ha dichiarato Matteo Salvini – il mio obiettivo è di arrivare all’ok definitivo del Cipes entro il 2024 con l’avvio dei cantieri immediatamente conseguente. Sarà il Ponte a campata unica più lungo al mondo e lo facciamo noi italiani, anche la Cupola del Brunelleschi non aveva precedenti nella storia dell’architettura”.

Il Ministro Salvini, durante il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove ha affrontato anche i temi legati ai cantieri, alle ferrovie, al nuovo Codice degli Appalti, alla diga foranea di Genova, alle strade e all’energia nucleare, si è rivolto così nei confronti dei critici del ponte:

“Anche ai tempi di Brunelleschi c’erano i no Cupola che dicevano c’è vento, c’è il terremoto. Noi i ponti li facciamo perché ci passino le navi sotto, non perché le blocchino. Ci saranno sei corsie stradali e due binari ferroviari, sono queste le stime”.