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Paura vermocane in Italia: la trappola nel mare di Milazzo

Sale l'allarme per l'invasione dei vermocani nei mari del Sud Italia: nelle acque di Milazzo è spuntata una trappola per catturare la specie aliena

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

I vermocani hanno invaso i mari del Sud Italia: l’allarme sale in modo particolare a Milazzo, dove sono state installate delle trappole speciali per catturare gli esemplari appartenenti alla specie aliena.

Trappola per i vermocani a Milazzo

C’è grande attenzione alla presenza dei vermocani, finiti nel mirino dei biologi del laboratorio che l’Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste ha aperto a Panarea e a Milazzo: appartengono proprio all’Ogs le immagini, riportate da ‘Ansa’, che mostrano la trappola speciale utilizzata per imprigionare questi organismi.

La trappola consiste in una sorta di gabbia, situata in acqua, che serve a imprigionare i vermocani, in modo tale da tenerli lontani dalle reti dei pescatori e dagli scogli, dove possono rappresentare un pericolo anche per i bagnanti. Appartenenti a una delle tante specie aliene che minacciano l’Italia, i vermocani sono voraci e carnivori e hanno la capacità di rigenerarsi quando vengono spezzati in due.

Dotati di aculei con tossine altamente urticanti, sono dei predatori insaziabili che da qualche anno a questa parte sono riusciti a moltiplicarsi anche nel Mar Mediterraneo grazie all’aumento delle temperature.Sono diversi i pericoli che derivano dalla nutrita presenza di vermocani: questi organismi rappresentano un serio problema per le specie che popolano le riserve marine come i coralli, ma anche per i pescatori perché se uno o più vermocani riesce a intrufolarsi nelle loro reti, nel giro di poco tempo può divorare tutti i pesci, rendendo vana la pesca.

Lo studio sulle tossine

Le tossine dei vermocani sono attualmente oggetto di studio da parte di studiosi, come rivelato da Roberto Simonini, ecologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha isolato le sostanze tossiche prodotte da questa specie:

“Siamo arrivati a caratterizzare una sostanza irritante ma siamo ancora lontani luce del pensare a eventuali rimedi contro le punture – le parole dell’ecologo Roberto Simonini riportate da ‘Ansa’ – se a puntura avviene in punti in cui la pelle è spessa si sente un bruciore localizzato, simile a quello provocato dall’ortica, ma se vengono punte zone in cui la pelle è più sottile, come l’incavo del gomito o quello del ginocchio, allora il dolore è decisamente forte e duraturo. Nel caso di una puntura ai polsi, per esempio, si può avvertire un intorpidimento alle estremità delle dita e può essere necessario contattare un medico”.

A correre i rischi più alti di essere punti dai vermocani sono i pescatori, quando si ritrovano davanti agli esemplari di questa specie mentre liberano le reti: un tempo, per i pescatori di Milazzo e in generale del Meridione, era raro vedere un vermocane, ma negli ultimi tempi la loro presenza nei mari italiani è aumentata a dismisura, con ripercussioni negative anche sulla pesca.

Al fine di informare la popolazione e i turisti sul pericolo causato dall’invasione di vermocani nei mari del Sud Italia, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha iniziato una campagna in collaborazione con le Università di Modena e Reggio Emilia, di Catania e di Messina, Ispra e l’Area Marina Protetta di Capo Milazzo.