Pastiera napoletana: ecco i trucchi per preparare la prelibatezza pasquale
Buona, dolce e profumata. Sulle tavole dei napoletani per la Pasqua non può mancare una fetta di pastiera, dolce che conquista il palato
Dopo aver deliziato le papille gustative dei napoletani, la pastiera napoletana ha travalicato i confini partenopei per dare testimonianza del proprio gusto anche ai palati al di fuori del territorio campano.
Non è difficile trovare nelle pasticcerie d’Italia questo dolce semplice e gustoso, pieno di sapori e profumi che richiama le essenze più delicate della primavera.
Le origini della pastiera napoletana si perdono nella notte dei tempi, ma nel corso dei decenni, nonostante le numerose reinterpretazioni operate dall’estro creativo di pasticceri e casalinghe creative, gli ingredienti base sono rimasti per lo più gli stessi: come fondamenta del dolce c’è la pasta frolla ripiena di una crema di grano e ricotta che viene aromatizzata con acqua di fiori d’arancio e spezie, il vero segreto del dolce che richiama alle narici e al gusto tutti i sapori delle primavera.
Mangiata per lo più agli inizi della Primavera, in occasione della Pasqua, una piccola riserva di pastiere napoletane nelle principali pasticcerie napoletane c’è sempre per dare l’occasione anche ai turisti che raggiungono la città di Napoli fuori stagione di poter assaporare un dolce che racchiude al suo interno uno dei tasselli più importanti della cucina e pasticceria partenopea.
Ma qual è il significato nascosto degli ingredienti di cui è composto il dolce tondo con l’aggiunta di strisce di pastafrolla che formano l’inconfondibile e tradizionale disegno della torta pasquale? Il grano e le uova, ingredienti fondamentali per ogni pastiera che si rispetti, esaltano l’arrivo della primavera. In chiave cristiana il dolce diventa la celebrazione della Resurrezione di Cristo. Non a caso la tradizione comanda che il dolce debba essere preparato giovedì santo e poi tassativamente mangiato solo di Domenica, giorno in cui si celebra la Resurrezione di Gesù.
Esiste anche un mito che lega il dolce a Partenope, la sirena che la leggenda vuole fondatrice della città. Secondo la storia che si tramanda da secoli, gli abitanti di Napoli per omaggiare la bella creatura marina le offrirono ricotta, latte, grano cotto e fiori d’arancio. La sirena, ben felice del dono, offrì parte di questi ingredienti agli dei che con la propria arte li mescolarono creando la pastiera.
Ma quali sono i trucchi per preparare una pastiera eccezionale? Chi intende rispettare la tradizione non dovrebbe storcere il naso e utilizzare senza remore anche lo strutto, il grasso di maiale che una volta macinato e cotto in una grande pentola a fiamma moderata diventava ingrediente imprescindibile del popolare dolce. Una pastiera che si rispetti, inoltre, ha i canditi. Oltre a donare un piacevole profumo al dolce, rilasciano umidità lasciando per giorni morbido il dolce pasquale.
La caratteristica fondamentale della pastiera è il suo profumo, si ottiene con gli aromi. Gocce d’acqua di fiori d’arancio, cannella o anche aroma millefiori non dovrebbero mai mancare in una pastiera che si rispetti. Mai usare ricotta industriale, rifornirsi, piuttosto, di ricotta fresca, può andar bene anche quella di pecora, più compatta e saporita, ma anche più grassosa.
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