Caso pasta a fuoco spento: chef Colonna contro il Nobel Parisi
La pasta a fuoco spento diventa un caso: lo chef stellato che cucinò per la Regina Elisabetta critica il suggerimento social del Nobel Giorgio Parisi
La pasta a fuoco spento diventa un caso: chef Colonna boccia la proposta di Giorgio Parisi; il premio Nobel per la Fisica aveva suggerito qualche giorno fa, a mezzo social, un particolare metodo per cuocere la pasta consumando meno energia.
La “stroncatura” alla proposta del Nobel arriva da uno degli chef più noti e premiati d’Italia, Antonello Colonna, che rilancia altre possibili soluzioni per affrontare il caro-bollette in cucina.
Il caso della pasta a fuoco spento
Il caro-bollette è arrivato in cucina: l’aumento dei prezzi di luce e gas non preoccupa soltanto gli chef stellati come Vissani, che ha denunciato bollette triplicate, ma colpisce tutte le famiglie italiane.
Quella di riuscire a risparmiare sulle bollette è diventata quindi un’esigenza comune, che si può fronteggiare applicando semplici accorgimenti in grado di abbassare i consumi e alleggerire il conto di luce e gas.
Una soluzione di cui si discute molto negli ultimi giorni è quella proposta dal premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, che ha condiviso su Facebook un post in cui si parlava della cottura della pasta a fuoco spento.
“Dopo che bolle la pasta io metto il gas al minimo, minimo, in maniera che bolla bassissimo senza consumare gas” ha scritto Parisi sul social. Una volta che l’acqua bolle, continua il post, si può provare a spegnere il gas: “Penso che la pasta si cuocia lo stesso. In fondo la pasta si cuoce bene anche in montagna con l’acqua che bolle a 90 gradi”. L’importante è mettere sempre il coperchio, precisa il Nobel.
Si può effettivamente cuocere la pasta consumando meno: secondo un recente studio di Pastai italiani e Unione Italiana Food, spegnendo il fuoco dopo i primi due minuti di cottura “tradizionale”, si può risparmiare fino al 47% di energia – limitando anche le emissioni di CO2.
Il suggerimento rilanciato da Parisi ha quindi delle robuste fondamenta in termini di risparmio in bolletta, ma non è una soluzione adatta a tutti. Per esempio nei grandi ristoranti, spiega chef Antonello Colonna intervistato da ‘Repubblica’, una proposta del genere non può funzionare.
Chef Colonna: per risparmiare meglio la brace
La soluzione del Nobel Parisi al caro-bollette non può essere applicata ai ristoranti di alto livello: “Se cotta così la pasta assume una texture gommosa”, spiega Chef Colonna, che tra le altre cose è stato lo chef ufficiale della Nazionale Azzurra e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il risparmio insomma ha un prezzo che non tutti sono disposti a pagare, specie quando si parla di arte culinaria: un po’ come è avvenuto per il famoso metodo USA McGee, il successo della cottura passiva non è così scontato in Italia – anche se permette effettivamente di risparmiare.
“Me lo ricordo bene quando a casa dei miei genitori la bombola del gas si spegneva proprio mentre gli spaghetti erano in cottura”, ricorda Chef Colonna, “quando accadeva erano guai, perché la consistenza del prodotto era ormai compromessa”.
Se proprio si vuole risparmiare, secondo lo chef stellato che ha cucinato per David Bowie e per la Regina Elisabetta, allora è meglio partire dalla cottura a freddo.
Per fronteggiare la crisi dei prezzi ci sono anche altre valide alternative, che passano innanzitutto dalla scelta di piatti e pietanze diversi: ci si può concentrare, per esempio, su cibi che richiedono meno ore di permanenza sul fuoco o procedimenti di cottura meno dispendiosi.
“Probabilmente la risposta a questa crisi energetica, al caro bollette, è il ritorno al fuoco. E quindi brace, appunto, ma anche cotture in pentole come il paiolo”, conclude lo chef.
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