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Scatta un nuovo allarme per l'olio extravergine d'oliva italiano

Aumentano i costi di produzione dell'olio extravergine d'oliva in tutta Italia: scatta un nuovo allarme per una delle eccellenze del nostro Paese

Olio d'olive, nuovo allarme

I costi di produzione di cibi, bevande e oggetti di uso comune stanno aumentando in maniera vertiginosa in tutta Italia. Una situazione critica che si ripercuote in maniera negativa sulle tasche dei consumatori. A rischio ci sono tanti prodotti: anche l’olio extravergine, una delle eccellenze enogastronomiche del nostro Paese.

Nuovo allarme per l’olio extravergine d’oliva in Italia

Coldiretti Puglia lancia un nuovo allarme che riguarda l’olio extravergine: i costi dell’energia per produrlo sono quintuplicati e ciò andrà a influire sul prezzo, destinato ad aumentare rispetto al solito. Secondo le stime, un litro di olio arriverà a costare anche 10 euro.

“Con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole, in particolare – si legge sul sito ufficiala di Coldiretti Puglia – i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”.

A causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi di produzione, tutto il settore deve fare i conti con un’emergenza: gli olivicoltori e i frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità che ha visto crescere di cinque volte i suoi costi. A pesare sulla crisi dell’olio extravergine in Italia, così come successo ad altri prodotti, è anche la siccità della stagione passata che ha provocato uno stress idrico agli uliveti, danneggiando prima la fioritura e poi le gemme.

Olio extravergine d’oliva, situazione critica

Della situazione molto critica per il settore ha parlato anche Andrea Carassi, direttore generale di Assitol, l’Associazione delle Industrie Olearie Italiane: “Avevamo parlato di un autunno caldo per l’olio d’oliva e purtroppo non ci siamo sbagliati – le parole di Andrea Carassi riportate da Il Sole 24 Ore – la sproporzione tra consumi e produzione è tale che da qui alla prossima estate, potremmo non avere olio a sufficienza per gli scaffali della grande distribuzione”.

In base alle stime delle organizzazioni agricole, per la nuova campagna di raccolta sono previste 200 mila tonnellate di olio d’oliva, un quantitativo insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale che è pari a circa 600 mila tonnellate. “Lavorare con quantitativi così ridotti di olio extravergine di oliva sarà molto difficile per le aziende che sono abituate a garantire i loro prodotti tutto l’anno” ha spiegato Andrea Carassi di Assitol.

Conti alla mano, andrà a mancare anche il quantitativo di olio che solitamente viene destinato all’esportazione. Ogni anno, infatti, l’Italia esporta in media 400 mila tonnellate di olio extravergine d’oliva. La mancanza di olio coinvolge anche altri Paesi del Mediterraneo: situazione critica anche per la Spagna, il primo produttore mondiale di olio d’oliva, ma anche per Portogallo e Tunisia.

L’olio extravergine d’oliva, dunque, si aggiunge alla lunga lista dei tanti prodotti a rischio nel nostro Paese: dal pomodoro Made in Italy al latte, passando per il Parmigiano Reggiano e la birra. Tutti prodotti colpiti sia dalla siccità che dall’aumento dei costi di produzione a causa del caro energetico.