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Nulla si butta, tutto si recupera. Crescono in Italia i "Restart Party", le feste del riciclo

Stop al consumismo, vade retro obsolescenza programmata. I restarter italiani promuovono il riciclo come filosofia di vita

Restarter italiani, l'arte del recupero

Non buttarlo, riparalo. Il mantra anticonsumista, solo dimenticato ma ancora profondamente radicato nell’animo degli italiani, torna di gran moda nel nostro Paese. Piuttosto che gettar via oggetti, solo all’apparenza giunti al termine del proprio ciclo vitale, si prova a rigenerarli, per infondere loro nuova linfa vitale. Ridare vita, recuperare, riciclare. Queste le parole chiave che animano i “restarter”, gli eroi del riciclo capaci di risuscitare smartphone moribondi, stampanti esauste e televisioni che sembravano aver esalato l’ultimo respiro e che invece sono pronte, solo con un po’ di pazienza e dedizione, a trasmettere ancora una volta, e per lungo tempo, le serie tv preferite in salotto.

Restarter italiani, l'arte del recupero 2Nata da un’idea di un italiano trasferitosi a Londra, i Restart Party, ovvero le feste del riavvio, hanno subito suscitato l’attenzione degli amanti del riciclo. A Torino, Milano, ma anche Padova, Langhe Roero, Aosta, Firenze le comunità dei restarter sono in piena crescita.

Qualcuno sostiene che gli oggetti abbiano una propria anima e gettare via dei compagni di vita a cuor leggero non risulta essere facile per tutti. Ed ecco che in fila per attuare la magia del recupero si vedono studenti con laptop bloccati, adolescenti con telefonini dilaniati da qualche caduta di troppo, ma anche casalinghe con il proprio aspirapolvere non funzionante e pensionati con la vecchia radiolina che non emette più melodie come un tempo. Una piccola ma tenace comunità che non cede all’usa e getta, ma che crede nel recupero.

Restarter italiani, l'arte del recupero 3Talentuosi artigiani, spesso con profonde competenze di alta tecnologia, accettano la sfida e provano ad attuare un piccolo miracolo contro l’obsolescenza programmata, la discutibile politica commerciale che mira a limitare il ciclo di vita di un prodotto.

Più che una risposta alla crisi che ha attanagliato le tasche dei consumatori italiani, si tratta di un cambio di paradigma, una nuova filosofia che fa del recupero una fonte di benessere che frena gli acquisti compulsivi.

Lo slogan dei restarter italiani è “nulla si butta, tutto si aggiusta”. E basta dare un’occhiata agli account Facebook delle comunità di Torino o di Milano per percepire l’atmosfera di serenità e il profondo spirito di collaborazione che aleggia durante i party del recupero.