A Napoli ora la pizza è frullata, ma il motivo è nobile
Napoli, pizza frullata per un cliente speciale: il racconto pieno di commozione di un turista disabile in vacanza in Campania
Nella pizzeria di Napoli in cui secondo la leggenda nacque la Margherita, è stata servita per la prima volta una pizza frullata. Quello che è successo non ha a che vedere con le sperimentazioni, e neanche con una “nuova interpretazione” del piatto napoletano patrimonio dell’Unesco.
Come racconta il protagonista della vicenda sulle colonne di ‘Repubblica Milano’, dove dal 2019 cura una rubrica dedicata alla disabilità, si è trattato di un gesto di cuore nei confronti di un ragazzo disabile. “Da alcuni anni, per poter mangiare, devo frullare le pietanze”, spiega il protagonista della storia a lieto fine, affetto da distrofia muscolare di Duchenne: ed è così che nasce la prima pizza frullata dell’Antica Pizzeria Brandi.
Pizza frullata a Napoli: come nasce la vicenda
Tra prezzi degli stabilimenti alle stelle, scontrini di bar e ristoranti finiti su tutti i giornali e turisti che imbrattano monumenti, l’estate del 2023 passerà forse alla storia come la stagione delle polemiche e delle incomprensioni.
Eppure, la vacanza può essere anche l’occasione per scrivere una storia a lieto fine. Avviene a Napoli, nella pizzeria in cui la leggenda vuole sia nata la Pizza Margherita più di 130 anni fa.
Il protagonista della vicenda è Mattia Abbate, un giovane disabile affetto da distrofia muscolare di Duchenne, ha raccontato l’episodio sulle colonne di ‘Repubblica Milano’, dove da qualche anno cura la rubrica “Ci vuole abilità”, uno spazio nato per offrire alle persone sane “un punto di vista diverso sulla realtà che le circonda”.
Dopo aver visitato l’intero sito archeologico di Paestum, che “prevede un percorso adatto per le carrozzine” e risulta perfettamente accessibile al ragazzo disabile, la vacanza si sposta a Napoli, in luoghi unici come la Cappella Sansevero e il museo archeologico MANN, che secondo Abbate “non ha niente da invidiare al British Museum”.
Dopodiché si va a pranzo in una delle pizzerie più famose della città: “Quando siamo arrivati, ci siamo rivolti direttamente al proprietario”, scrive Abbate su ‘Repubblica’, “avanzando una richiesta un po’ insolita, ossia se fosse per loro possibile servire la pizza frullata”.
“Da alcuni anni, per poter mangiare, devo frullare le pietanze”, spiega l’autore (sottolineando che “il sapore non ne risente affatto”). Dopo qualche minuto di attesa, prosegue il racconto, “abbiamo iniziato a temere che ci avrebbero mandato gentilmente via. Invece è accaduto qualcosa di inaspettato”.
Disabilità e vacanze: una storia a lieto fine
“Sono riusciti a frullare tutto perfettamente”, si legge nel racconto, “addirittura alla fine cuochi e pizzaioli sono venuti a chiedermi se fosse stato tutto di mio gradimento, perché per loro era stata la prima pizza napoletana frullata!”.
“È stato un momento bello, ricco di un po’ di commozione, perché capita di rado di incontrare persone con così tanto cuore nei confronti di un disabile”, si legge su ‘Repubblica’, “sicuramente Napoli soffre di tanti problemi, alcuni anche gravi, ma ci sono molti napoletani che rendono questa città migliore”.
Per chi è disabile e soffre di patologie gravi, ricorda Abbate, organizzare una semplice vacanza può essere molto complicato: bisogna scegliere la propria destinazione con largo anticipo, e assicurarsi che le strutture siano accessibili e prive di barriere architettoniche capaci di rovinare l’intero viaggio.
“Normalmente non mi piace raccontare della mia vita privata”, scrive l’autore della rubrica, “ma in questa circostanza credo sia doveroso lanciare anche un messaggio incoraggiante, sapendo in prima persona quanto sia difficile organizzare un viaggio per chi è disabile”.
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