In mostra a Napoli l’esercito di terracotta del primo imperatore cinese
Fino al 28 gennaio, presso la Basilica del Santo Spirito di Napoli, in mostra Il gruppo statuario considerato l'ottava meraviglia del mondo
Molti la considerano l’ottava meraviglia del mondo ed è difficile dar loro torto. L’esercito di terracotta posto a guardia del Mausoleo del primo imperatore cinese Qui Shi Huangdi è arrivato a Napoli dove rimarrà esposto fino al 28 gennaio. 170 statue, copie perfette delle statue reputate patrimonio mondiale dell’Unesco, ognuna con tratti somatici e caratteristiche differenti, in mostra nella Basilica del Santo Spirito che in occasione della mostra evento ha riaperto al pubblico dopo anni di chiusura. Una scelta tutt’altro che casuale: l’imponente luogo di culto situato nel cuore pulsante del passeggio partenopeo, richiama il Mausoleo dove le statue di terracotta, da secoli, vegliano sul primo imperatore cinese.
La spettacolarità delle statue è esaltata non solo dalla bellissima basilica del cinquecento, cornice d’eccezione per i soldati di terracotta realizzati grazie agli antichi calchi ancora esistenti, ma anche da un’installazione luminosa con inserti audiovisivi arricchita da videoproiezioni e precise audioguide.
La scelta di Napoli per la mostra internazionale sull’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore non è stata casuale, ma si basa su alcune importanti affinità culturali che esistono tra il capoluogo campano e l’estremo oriente. L’importanza che nella vita quotidiana assume il culto dei morti, la profonda forza evocativa che le sculture detengono nel tessuto urbano di Napoli e nella vita quotidiana dei napoletani sono solo alcuni degli aspetti e dei fattori che legano la città all’ombra del Vesuvio alla cultura cinese. “Non potevamo che iniziare da qui” hanno sottolineato i curatori della mostra che espone i soldati scelti dall’imperatore per proteggerlo, così come fecero in vita, anche dopo il passaggio nella vita ultraterrena.
Soldati, cavalli, armi, utensili, riprodotti con certosina pazienza e precisione maniacale, una testimonianza unica che racconta la vita quotidiana della Cina antica, grazie agli antichi calchi che riportano in vita le antiche testimonianze di un passato che parla al presente.
«Questo viaggio nel cuore della necropoli aperto alle scuole e alle università dell’Imperatore – ha sottolineato Fabio Di Gioia, curatore italiano della mostra – vuol essere anche un’occasione importante per stimolare l’attività di scambio tra istituzioni ed eccellenze culturali dei due paesi».
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