Mosaici in Italia: perle storiche di mirabile ingegno
Il recente restauro del mosaico policromo presso le Terme di Caracalla a Roma, va ad arricchire il vasto patrimonio italiano di questi capolavori
I mosaici rappresentano gemme artistiche che vanno a impreziosire l’impareggiabile patrimonio storico e artistico nazionale.
Il recente restauro del mosaico multicolore della palestra occidentale delle Terme di Caracalla, a Roma, aggiunge un nuovo fiore all’occhiello alla sbalorditiva quantità di mosaici che affascinano e sbalordiscono i visitatori dei siti archeologici del nostro Paese.
Per ben 40 anni il mosaico di Caracalla era rimasto celato al pubblico, sotto una coltre di terriccio che custodiva le splendide tessere di marmo multicolore che vanno a formare una sorta di elegante ventaglio. Non bisogna dimenticare che per gli antichi Romani le terme erano un importante luogo di aggregazione, anche per i semplici cittadini, pertanto non deve stupire la raffinatezza delle decorazioni di questi siti.
Del resto la storia non si racconta solo con i testi scritti, ma anche con l’arte figurativa e i mosaici hanno la caratteristica unica di unire la bellezza alla narrazione di fatti, anche di vita quotidiana. Si sfruttavano elementi e giochi geometrici che a volte creavano illusioni ottiche, contrasti di colori, ma anche scene di caccia, battaglie, banchetti e momenti di gioco.
Per secoli i Romani prima e i Bizantini poi, hanno utilizzato la tecnica del mosaico per ornare ville, terme, palazzi e anche chiese. Queste ultime hanno reso la città di Ravenna una vera e propria capitale dei mosaici in Italia, grazie al tripudio di forme e colori accesi, che si possono ammirare in primo luogo presso la Basilica di San Vitale.
Quando si entra nella costruzione si rimane immancabilmente colpiti dagli enormi mosaici che rappresentano con vividi colori sia scene sacre che personaggi di spicco dell’epoca bizantina, come l’Imperatore Giustiniano e l’Imperatrice Teodosia. Tuttavia, pochi notano che sul pavimento è stato realizzato un mosaico che rappresenta un labirinto.
Agli albori del cristianesimo il labirinto era una delle modalità mediante le quali veniva raffigurata la perdizione cui può condurre il peccato. Il pavimento a mosaico di San Vitale mostrava il percorso di preghiera da intraprendere, seguendo il quale si giungeva alla redenzione e al perdono nei pressi dell’altare. Ciò è emblematico di come questa antica arte avesse mille applicazioni e potesse essere utilizzata anche con finalità di insegnamento e, come nel caso di specie, per la catechesi dei fedeli.
In un ideale percorso alla scoperta dei mosaici in Italia, è impossibile non fermarsi a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale, per ammirare la meravigliosa scena della Battaglia di Isso, scoperta nel 1831 presso una villa di Pompei.
Si tratta della rappresentazione di una delle più famose battaglie condotte da Alessandro Magno. Sono state utilizzate più di un milione e mezzo di tessere minuziosamente posizionate e l’opera è la copia fedelissima di un dipinto dell’antico pittore greco Filosseno di Eretria.
Molti altri mosaici, di dimensioni minori, sono visibili direttamente tra le rovine di Pompei. Spesso indicano la presenza di attività commerciali come pescivendoli o macellai oppure ortolani, raffigurando immagini dei prodotti venduti. Altre volte invece le opere abbellivano le ville dei personaggi di spicco della città, ma anche le case di persone che, pur non essendo nobili né provenienti da famiglie importanti, avevano accumulato molte ricchezze con la propria attività. Del resto Pompei era una delle città più ricche e di tendenza dell’impero romano, prima di essere distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Proseguendo ancora più a sud nel nostro viaggio, vale la pena segnalare la Cattedrale di Santa Maria Annunziata a Otranto.Si tratta di un’opera enorme che ricopre l’intero pavimento della costruzione sacra. Diversamente dai capolavori di cui abbiamo parlato fin qui, essa risale al medioevo e attesta la rilevante diffusione dei mosaici in Italia nel corso dei secoli, anche nelle epoche meno antiche. Il mosaico di Otranto venne interamente realizzato da un monaco di nome Pantaleone, nel XII secolo.
Nella sua vastità, l’opera costituisce una vera e propria narrazione che inizia dal peccato originale e si dipana tra vari passi della Bibbia e riferimenti alla storia antica. Le figure sono talmente numerose e le scene si presentano così elaborate e di dubbia interpretazione, da richiamare ancora alla mente la figura di una sorta di labirinto che ruota intorno ai vizi e alle virtù dell’uomo, rappresentati dinanzi all’altare.
Ma è nel profondo sud dell’Italia che possiamo trovare una delle massime espressioni dell’arte del mosaico. Si tratta della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina, in provincia di Enna.
Qui è stata riportata alla luce l’intera pavimentazione di una grandissima villa romana ed è stato creato un vero e proprio percorso per i visitatori che, spostandosi tra i numerosi ambienti, possono rivivere la quotidianità dell’antica Roma come se sfogliassero un libro illustrato.
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