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Nel mare del Salento è stato scoperto un parco sommerso

Nel mare del Salento, più precisamente nell'insenatura di Torre Santa Sabina Baia dei Camerini, in provincia di Brindisi, c'è un parco sommerso

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Nel mare del Salento è stato scoperto un parco sommerso

Nel mare del Salento c’è un parco archeologico sommerso, che presto potrebbe essere fruibile anche attraverso la realtà virtuale.

Il progetto è portato avanti dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento nell’insenatura di Torre Santa Sabina – Baia dei Camerini (nel comune di Carovigno, in provincia di Brindisi), grazie alla concessione di scavo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, tramite della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi Lecce e Taranto. Le ricerche sono riprese in questi giorni e proseguiranno per tutto il mese di settembre 2020.

L’intervento-pilota a Torre Santa Sabina fa parte del progetto internazionale “UnderwaterMuse”, che ha l’obiettivo di valorizzare e rendere accessibile il patrimonio sommerso, altrimenti invisibile o riservato a pochi, tramite la creazione di parchi archeologici sommersi e l’uso narrativo e comunicativo della realtà virtuale.

Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea all’Università del Salento e direttrice scientifica del programma,  ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate dall”Agi’: “L’approdo millenario, frequentato lungo un arco temporale che va dalla protostoria all’età medievale e moderna, si configura come un testimone pressoché unico dell’evoluzione del paesaggio costiero, di rotte e flussi commerciali, di movimenti di uomini, tecniche e saperi”.

Ancora Rita Auriemma: “La piccola baia ha gelosamente conservato importanti resti di carichi e di scheletri di navi che si sono infrante contro le sue scogliere, talora accumulandosi sui preesistenti fino a creare una stratigrafia compatta e densa di materiali eterogenei, ma anche tracce significative di insediamenti e di attività che l’innalzamento del mare ha occultato per secoli”, precisa Rita Auriemma.

Il progetto, finanziato nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italy-Croatia 2014-2020, vede tra i partner la Regione Puglia – Dipartimento Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia (lead partner), Università Ca’ Foscari di Venezia, Public Institution for Coordination and Development of Split – Dalmatia County RERA S.D. e Comune di Kastela (Croazia).

Sempre nel mare del Salento, ma in quel caso nella zona di Santa Maria di Leuca, nei mesi scorsi erano state individuate delle faglie attive.