Nel lago di Varese è stata pescata una cozza gigante
Una cozza lunga 20 cm è stata trovata sulla riva del lago di Varese il giorno di Ferragosto. Si tratta di una Anodonta Cygnea, una cozza d’acqua dolce
Si è abituati a pensare alle cozze come a molluschi protagonisti di piatti prelibati, i cui gusci misurano pochi centimetri. La cozza trovata nel lago di Varese il giorno di Ferragosto, invece, ha dimensioni tutt’altro che ordinarie: è lunga oltre 20 centimetri, molto più grande dunque di quelle “tradizionali”.
Come riportato dalla ‘Prealpina’, il mollusco è stato trovato nelle acque davanti davanti all’hotel ristorante Vecchia Riva da Mattia Colombo, candidato consigliere nella lista Varese Ideale di Matteo Bianchi alle ultime elezioni. Colombo ha notato la cozza a pelo d’acqua, l’ha raccolta e ha trovato all’interno il mollusco ormai morto. Colpito dalle dimensioni del guscio, ha deciso di condividere la notizia del ritrovamento sui social scatenando lo stupore di chi ha visto l’immagine.
Cos’è la cozza gigante trovata nel lago di Varese
La cozza gigante trovata nel lago di Varese dovrebbe essere un esemplare di Anodonta Cygnea (la foto è di archivio), meglio nota come cozza d’acqua dolce. Si tratta di una specie non commestibile che raggiunge dimensioni molto grandi (anche più di 20 centimetri in alcuni casi) e che popola appunto laghi e fiumi, e che fungono anche da agenti “filtranti”. In salute, le Anodonta sono in grado di filtrare quasi 40 litri di acqua l’ora e la loro presenza è segnale di buona salute dello specchio acqueo, perché contribuiscono a mantenere ossigenato il substrato. È anche per questa capacità di filtraggio che le Anodonta non sono commestibili: ingerirle potrebbe significare ingerire anche gli agenti inquinanti che assimila.
Le Anodonta Cygnea sono in realtà una specie diffusa in Europa, Italia compresa. Segnalazioni della presenza di questo mollusco bivalve sono arrivate, oltre che dal lago di Varese, anche dal lago Maggiore, dal lago di Endine, in provincia di Bergamo, e poi da grandi fiumi come il Tevere e l’Arno. Questi molluschi restano solitamente ancorati al greto, seminascosti, ma la forte siccità di questi ultimi mesi ha avuto conseguenze anche su di loro: l’esemplare trovato da Colombo nel lago di Varese è con tutta probabilità morto proprio a causa della siccità, ed è per questo che è affiorato a pelo d’acqua, staccandosi dal fondale e galleggiando.
La siccità uccide le cozze italiane
Da tempo pescatori e produttori hanno lanciato un allarme generale sullo stato di salute delle specie che popolano fiumi, laghi e canali in secche. La popolazione di cozze e vongole, in particolare, ha subito una drastica diminuzione a causa della scarsa ossigenazione dell’acqua e della mancanza di ricircolo, con conseguenze sia sugli ecosistemi sia sull’economia. Come fatto notare ormai già diverse settimane fa da Coldiretti, che aveva denunciato la forte crisi in cui sono precipitati agricoltori, allevatori e pescatori per colpa di siccità e aumento dei prezzi delle materie prime.
“In Italia si registra un meno 20% per le cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po – aveva spiegato in una nota Coldiretti – dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Siamo di fronte a un impatto devastante sulle produzioni nazionali con danni che superano i 3 miliardi di euro”.
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