Cos'è il Labirinto della Masone, creato da Franco Maria Ricci
La storia del Labirinto della Masone, il più grande labirinto al mondo composto interamente di piante di bambù, creato da Franco Maria Ricci a Fontanellato
Graphic designer, editore, collezionista d’arte, bibliofilo appassionato e costruttore di labirinti. Ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca della bellezza, Franco Maria Ricci, scomparso all’età di 82 anni il 10 settembre, nella sua casa a Fontanellato, in provincia di Parma.
Proprio qui si trova una delle sue più celebri creature, il Labirinto della Masone, il più grande labirinto al mondo, composto interamente di piante di bambù. In totale sono circa 200 mila, alte tra i 30 centimetri e i 15 metri e appartenenti a venti specie diverse.
“Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa trent’anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges”, ha raccontato Franco Maria Ricci sul sito ufficiale del Labirinto della Masone.
“Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti – si legge ancora sul sito – e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi”.
Progettato da Franco Maria Ricci con gli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, il parco culturale alle porte di Parma, nominata Capitale della Cultura anche per il 2021, ha aperto al pubblico nel 2015.
Nelle intenzioni del suo fondatore, l’opera monumentale che si estende per 7 ettari, doveva essere un giardino dove la gente potesse passeggiare, “smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo”.
Negli anni, accanto al Labirinto della Masone è sorto un Museo, che ospita l’intera collezione di opere d’arte raccolte da Franco Maria Ricci, circa 500, dal Cinquecento al Novecento.
C’è poi una Biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica, tra cui molte opere di Giambattista Bodoni, su cui Ricci ha curato un volume monografico, l’intera produzione di Alberto Tallone e tutti i libri curati da Franco Maria Ricci in cinquant’anni di attività.
E non mancano spazi per mostre temporanee e strutture turistiche “che assicurano – riporta il sito ufficiale – tanto all’Internazionale dei Colti e dei Curiosi quanto alla gente del luogo, specialmente ai giovani, accoglienza e occasioni di svago, di informazione e di ispirazione, nel segno della Civiltà, dello stile e del comfort”.
I visitatori del Labirinto della Masone possono, inoltre, rifocillarsi presso il Ristorante ‘Al Bambù’, l’Hosteria e Bottega e il Cocktail Bar, che portano la firma dello chef stellato Massimo Spigaroli.
Sulla pagina Facebook del Labirinto di Franco Maria Ricci, il ricordo di chi ha contribuito a portare avanti il suo sogno: “Lascia alcuni libri fra i più belli che sia dato vedere; lascia anche un Labirinto, metafora delle molte perplessità che l’Universo alimenta”.
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