Italia coast to coast: in moto dal Tirreno all’Adriatico
Quasi otto ore di guida e tante meraviglie lungo il tragitto: un itinerario che può iniziare al mattino presto per arrivare al mare nel tardo pomeriggio o meglio prendersela assai più comoda, e concedersi due o tre giorni alla scoperta delle bellezze che si incontrano tra il Tirreno e l’Adriatico.
Un itinerario motociclisticamente affascinante, su strade provinciali d’Appennino e vie storiche, che attraversa alcuni dei territori più suggestivi del Paese da un capo all’altro della penisola.
Attraverseremo tre regioni e cinque parchi naturali, in un tragitto che tocca il Monte Cimino, l’antica via Flaminia, la Valnerina, la strada delle Tre Valli Umbre e Castelluccio di Norcia.
Dalla campagna romana al Lago di Vico
Il nostro punto di partenza è quello in cui inizia la Strada Provinciale 3b, che dal Tirreno (da Santa Severa o da qualunque altro lido nei dintorni di Roma) ci indica la via verso Sutri, Caprarola e i Monti Cimini.
Lasciato il mare alle spalle, è il verde della campagna romana ad accompagnare il primo tratto del viaggio: una partenza tutta curve fino alla Riserva Naturale Monterano, perfetta per scaldare i motori, ci porta fino a Sutri, la prima ideale sosta del viaggio.
Siamo in provincia di Viterbo, in uno dei Borghi più belli d’Italia: a Sutri sorge il parco urbano dell’antichissima città di Sutri, con il suo Anfiteatro romano in tufo e la misteriosa chiesa della Madonna del Parto, che si crede fosse sede dell’antico culto del dio Mitra.
Ripartenza pigra e pianeggiante sulla Strada Provinciale 69, fino al borgo di Caprarola, Bandiera Arancione del Touring Club d’Italia e sede del magnifico Palazzo Farnese, nella foto sotto, uno dei più importanti palazzi storici del Paese.
Strade piuttosto strette ma d’ampio respiro portano fino al Lago di Vico rivelando allo sguardo il Monte Venere, l’ultimo cono rimasto a testimonianza della formazione del lago Cimino, che originò dallo sprofondare del vulcano Vicano. La Strada Provinciale 1 costeggia il versante orientale del lago fino alla sede della Riserva Naturale.
Borghi e curve di Tuscia
Con il lago vulcanico alle spalle, proseguiamo verso la faggetta di Monte Venere, in direzione nord: gli altissimi faggi della riserva naturale fanno da contorno a una strada spettacolare, la Provinciale 63, un tracciato divertente in cui le buone condizioni del manto stradale permettono qualche gustosa apertura, lungo il contorno dei Cimini.
Lasciamo la 63 seguendo le indicazioni per Soriano nel Cimino, e superiamo il borgo prendendo la SP 61 in direzione Chia: restiamo sulle provinciali.
Sulla strada per Chia troviamo il Parco delle Cascate di Chia del Fosso Castello, una delle meraviglie della Tuscia, che Pier Paolo Pasolini scelse come location per il battesimo di Gesù ne Il Vangelo secondo Matteo.
Siamo sull’ortana, la SP 151, un’ottima alternativa alla statale Umbro-Laziale che ci porta fino a Orte. Passaggio fondamentale per non perdersi l’accesso a Narni dalla Via Flaminia: evitare assolutamente la E45 e seguire la Strada di Valle Montanara, che superato Guadamello ci introduce alla sempre cara SS3: l’antica Via Flaminia.
Narni e la Statale Valnerina
L’accesso a Narni via Flaminia è imperdibile: le curve sospese sulla morbida campagna umbra portano sino al cuore del borgo medievale di Narni, passando per un belvedere a strapiombo sulla valle del Nera, che inizia (o meglio finisce) proprio qui.
Il Parcheggio del Suffragio è collegato al centro storico da un ascensore “diagonale” che conduce a pochi passi dall’ingresso di Narni Sotterranea, nella foto sotto, gioiello ipogeo rinvenuto negli anni Settanta e fiore all’occhiello del turismo del borgo medievale.
Narni e la Valnerina sono entrambe perfette per una pausa gastronomica: il sud dell’Umbria regala ottimi vini rossi e prodotti tipici a base di pasta fatta in casa, carni e prodotti locali che vanno dall’olio d’oliva al tartufo nero uncinato.
La Strada Statale Valnerina si imbocca da Terni, a pochi chilometri da Narni: si può proseguire sulla Flaminia fino a viale Brin, per lasciarsi alle spalle l’Acciaieria e la Fabbrica d’Armi. Qui inizia la Valnerina, una strada resa leggendaria dalla vicenda del cavaliere d’acciaio, il ternano campione del mondo Libero Liberati, ricordato con una lapide nei pressi di Cervara. La fine del Ternano Volante è un monito: la Valnerina è una delle strade più divertenti d’Italia da battere in moto, ma non concede la minima distrazione.
La Cascata delle Marmore è all’inizio della Valnerina (alla fine in verità, ormai è chiaro che stiamo risalendo il corso del Nera al contrario) ed è una sosta che non vorrete evitare, dal momento che sarete fisicamente raggiunti dai portentosi schizzi della Cascata, passandogli a pochi metri.
Superati i borghi di Arrone, Montefranco, Ferentillo e Scheggino, seguiamo le indicazioni per Norcia e ci lanciamo sulla Strada Statale 685, detta delle Tre Valli Umbre.
Da Castelluccio di Norcia al mare
Lasceremo Norcia sulla sinistra per dirigerci ancora più in alto, in montagna: lasciamo la Tre Valli Umbre a 23 chilometri da Castelluccio di Norcia per intraprendere l’Itinerario degli Altipiani, verso i tre piani appenninici che formano lo spettacolo unico di Castelluccio, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il Pian Grande, il Pian Piccolo e il Pian Perduto si trovano a circa 1350 metri sul livello del mare: stiamo andando al mare, ma il nostro è un itinerario che richiede indumenti ed attrezzature idonei a percorsi in alta montagna. L’arrivo a Castelluccio è salutato da un grande ristoro a cielo aperto, un’ottima occasione per un po’ di shopping gastronomico tra lenticchie, salumi e formaggi.
Seguendo le indicazioni per Ascoli Piceno ci troviamo poi sulla SP 89 della Valfluvione, ancora una strada montana prima di scendere verso valle. Un passaggio che potreste non voler perdere, prima della discesa, è quello delle Sorgenti sulfuree de “Lu vurghe”, nei pressi di Acquasanta Terme.
È la SS 4 a portarci fino alla costa adriatica, con una morbida discesa che lambisce Ascoli Piceno che trova ristoro nella Riserva Naturale Regionale Sentina, alla foce del fiume Tronto. Siamo a pochi chilometri da San Benedetto del Tronto, in uno degli affacci più inaspettati sul Mar Adriatico, tra laghetti e torri d’avvistamento del Cinquecento.
E siamo giunti a destinazione, su strade che parlano ad ogni curva della fatica, del vento, del vestirsi e dello svestirsi, degli odori del bosco e di tutto quello che rende un viaggio in moto diverso da qualunque altra esperienza in strada.
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