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L'isola misteriosa del lago di Bolsena sta per riaprire

Nel lago di Bolsena c'è un'isola misteriosa, recentemente molto popolare negli ambiente esoterici, che sta per riaprire al pubblico: quando visitarla

Isola Bisentina

In Italia c’è un’isola misteriosa (ritenuta da alcuni come uno degli accessi al leggendario regno sotterraneo di Agarth) che sta per riaprire i suoi confini al pubblico: a partire dal 2 luglio 2022, sarà infatti possibile visitare l’isola Bisentina, nel lago di Bolsena.

Quando si può visitare l’isola Bisentina nel lago di Bolsena

L’isola Bisentina nel lago di Bolsena sarà visitabile tutti i sabato fino all’8 ottobre 2022 partendo in battello da Capodimonte e tutte le domeniche dal 7 al 28 agosto 2022 partendo dal porto di Bolsena.

La storia dell’isola Bisentina

L’Isola Bisentina è una delle due isole presenti nel lago di Bolsena, la maggiore per superficie. L’isola, citata anche da Dante Alighieri nella sua ‘Divina Commedia‘, è nei pressi della riva occidentale, a pochi chilometri di distanza dal promontorio dove sorgeva l’antica città etrusco-romana di Bisenzio, da cui deriva il suo nome.

Alcuni reperti archeologici hanno testimoniato la presenza etrusca e poi romana sull’isola. Nel 1989, a poca distanza da Punta Calcino, è stata trovata una piroga. Sull’isola, inoltre, sono presenti resti di grotte e tombe scavate in epoca antica.

L’isola offrì anche rifugio agli abitanti dei paesi rivieraschi distrutti dai Longobardi e dai Saraceni. Attorno all’anno Mille, sull’isola Bisentina nacque un piccolo borgo che, secondo quanto riferito dalle cronache dell’epoca, si ribellò al dominio di Orvieto.

L’isola finì poi sotto il dominio di Guglielmo da Vico e, nel XIII secolo, fu conquistata e distrutta, assieme a Bisenzio, da Papa Urbano IV. Quest’ultimo impose il suo nome all’isola, che per un periodo fu quindi chiamata Isola Urbana.

L’isola, ormai vuota, diventò una prigione riservata agli eretici condannati al carcere a vita e un rifugio per gli eremiti che sostavano presso la chiesa di San Giovanni Battista, l’antica parrocchia del borgo. Alla fine del XIV secolo, l’isola divenne proprietà dei Farnese.

Nel 1431 Papa Eugenio IV autorizzò la costruzione di un convento francescano affidato ai Frati Minori Osservanti. Si deve a Ranuccio Farnese, invece, la costruzione della chiesa di San Giacomo e Cristoforo, che divenne il mausoleo della famiglia. Nel 1588 il cardinale Alessandro Farnese il Giovane ordinò il suo ampliamento, con l’edificazione della cupola in piombo, visibile anche dalla terraferma.

i frati dell’isola fecero edificare le sette chiesette sparse lungo il perimetro dell’isola, costruite su ispirazione delle sette chiese principali di Roma.

In tempi più recenti, più precisamente nel 1871, l’imprenditore piemontese Alarico Patti diventò proprietario dell’isola. Nel 1912 l’isola venne venduta dagli eredi alla principessa Beatrice Spada, che fece di Bisentina la sua residenza di campagna, realizzando qui un giardino all’italiana e un piccolo porticciolo in stile liberty. Per via ereditaria, l’isola passò poi alla principessa Ornella Ravaschieri Fieschi e alla famiglia Del Drago. Tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del Novecento l’isola Bisentina è stata resa visitabile al pubblico con escursioni e visite guidate. L’isola ospitò anche concerti di musica classica. Nel 2017 è stata acquistata dalla famiglia lombarda dei Rovati,

Il territorio dell’isola Bisentina, di forma triangolare, offre una natura quasi incontaminata, composta da folti boschi di leccio, e incantevoli panorami. Sull’isola sono presenti anche diversi monumenti, come la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo del Vignola (che si distingue per la sua maestosa cupola), il convento Francescano, la Rocchina (tempietto di Santa Caterina a pianta ottagonale attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane, costruito su un colombario etrusco, che si erge da uno sperone di roccia a picco sul lago di Bolsena) e la cappella del Crocifisso (con affreschi del Quattrocento) e la Malta dei Papi citata anche nella ‘Divina Commedia‘ (carcere a vita riservato agli ecclesiastici colpevoli d’eresia).