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Il "vero" Mulino Bianco è in vendita: quanto costa e dov'è

Il Mulino Bianco, situato in provincia di Siena e divenuto famoso negli anni novanta grazie a molti spot pubblicitari, è nuovamente in vendita

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Il Mulino Bianco in vendita

Il celebre Mulino Bianco, scelto negli anni Novanta dalla Barilla come location per i suoi spot pubblicitari, esiste davvero ed è situato in Toscana, precisamente nel comune di Chiusdino. Pare esistere sin dal XIII secolo, quando i monaci dell’abbazia di Siena lo sfruttavano per la produzione del grano. Questo mulino ha poi incarnato per anni l’immagine di uno stile di vita promosso dal brand Barilla che ne è stata proprietaria dal 1985 al 1990. Poi il mulino è stato trasformato in agriturismo. Per diversi motivi, però, l’attività non è decollata e ora il mulino è da tempo in vendita con un destino del tutto incerto.

La vendita del Mulino Bianco

Lo storico marchio Mulino Bianco compie quest’anno cinquant’anni. Nato come brand della Barilla nel 1975 è entrato velocemente nella quotidianità di molte famiglie. I biscotti, le merendine e il pane sono ora tra i più popolari nelle tavole della nostra penisola. Ma oltre ai prodotti, c’è un altro simbolo che rimarrà sempre indelebile nelle menti di molti italiani: il mulino presente nelle confezioni e in molte pubblicità. In pochi sanno, però, che questo non è un luogo immaginario, ma esiste davvero. Si tratta del Mulino delle Pile a Chiusdino a poca distanza dall’Abbazia di San Galgano in provincia di Siena. Negli ultimi anni il destino del Mulino delle Pile è stato incerto. Dopo essere stato un agriturismo di proprietà della famiglia Burchianti, nel 2019 ha chiuso definitivamente i battenti. Da allora, il luogo che Giuseppe Tornatore aveva reso celebre con i suoi spot pubblicitari è rimasto abbandonato. C’era anche stato qualche tentativo di ripartenza ma questi non sono stati facilitati dalla pandemia.

Nel giugno 2021, il mulino era stato messo all’asta. La base d’asta per comprare l’intera proprietà era di 1 milione e 100mila euro, ma l’offerta minima per l’acquisto è stata poi abbassata a 831mila euro. Nonostante l’interesse suscitato, non sono arrivate offerte concrete. Ora la struttura è di nuovo in vendita, questa volta senza asta e con un prezzo fissato a 1.450.000 euro, ben lontano dai 3,4 milioni di euro ai quali era stato valutato nel 2012. Tra coloro che vedono un’opportunità di rilancio c’è Francesco Oporti, capogruppo dell’opposizione nel comune di Chiusdino. Oporti, come si legge anche nel ‘Corriere’, avrebbe proposto l’acquisto pubblico della struttura. Secondo Oporti, il mulino potrebbe contribuire allo sviluppo turistico della zona. L’amministrazione comunale, però, al momento sembra avere interesse verso altre proprietà come l’Abbazia di San Galgano e la centrale geotermica locale.

La storia del Mulino Bianco

Prima di diventare un simbolo pubblicitario, il Mulino delle Pile aveva una funzione completamente diversa. Fino al 1958 veniva utilizzato per la produzione di energia elettrica, poi l’acquisto da parte di Barilla nel 1985 ha cambiato il volto della struttura. Questa è diventata il simbolo della sua pubblicità per cinque anni, fino al 1990, quando è stata ceduta a privati. Se Mulino Bianco è diventato un marchio iconico, gran parte del merito va anche alle sue campagne pubblicitarie. In particolare, il successo arriva negli anni ’90 grazie alla direzione creativa di Armando Testa, che ha scelto proprio il Mulino delle Pile come location ideale per il brand. Gli spot girati da Giuseppe Tornatore, con Gianni Quaranta Production Designer e le musiche di Ennio Morricone, hanno reso questo luogo molto popolare. Molte famiglie italiane all’epoca, infatti, erano affascinate dall’atmosfera e si recavano qui in gita  domenicale.