Guida Michelin: i ristoranti sotto i 35 euro consigliati in Valle d’Aosta
Sono tre, i ristoranti che la Guida Michelin consiglia per mangiare in Valle d'Aosta per meno di 35 euro a persona. Tra loro, una new entry
A Verrayes, in provincia di Aosta, c’è una new entry tra i ristoranti che la Guida Michelin consiglia per un pranzo, o una cena, sotto i 35 euro a persona. È l’agriturismo La Vrille. In cucina c’è Luciana, fautrice di una cucina da lei definita “a centimetro zero”: gli ingredienti che danno vita ai suoi piatti sono quelli dell’orto, o di piccoli produttori valdostani. Ogni mattina, Luciana si sveglia presto per preparare il pane fresco con farine di altissima qualità, macinate a pietra. E poi i biscotti, le torte con la frutta del frutteto o le marmellate. Venire qui a cena (o a pranzo nei giorni festivi) significa degustare piatti della tradizione, ma rivisitati, e farseli raccontare da Luciana in persona. Sono piatti stagionali, preparati con quello che – quel giorno – l’orto e gli animali allevati hanno offerto: c’è la pasta fatta in casa, e c’è un magistrale uso di erbe aromatiche locali e 16 pepi provenienti da ogni parte del mondo. Ma a La Vrille si viene anche per il vino, quello che nasce dal lavoro di Hervé, marito di Luciana. E che è al centro di critiche sempre straordinarie.
A Brusson, il Laghetto è un hotel a tre stelle ed è uno tra i ristoranti che la Guida Michelin consiglia per un pasto d’eccellenza, a un prezzo contenuto. Curata dai proprietari in persona, la sua cucina si basa sulle materie prime del territorio e propone piatti della tradizione valdostana: zuppe d’antan, gnocchi fatti in casa, salumi, selvaggina. Dal 2013, inoltre, il Laghetto pone particolare attenzione ai celiaci, con piatti a loro dedicati. Tra le proposte del menù, il risotto con formaggio giovane di capra, riduzione di manzo e mele Jonagold, le tradizionali crespelle con prosciutto e formaggio e i tagliolini al ragù di cervo.
C’è poi l’Osteria da Nando che, ad Aosta, propone cucina tipica fin dal 1957. Il menù è stagionale, e dà i piatti della tradizione un’interpretazione originale, con un tocco della vicina Francia. Qui si viene per assaggiare le vere specialità del territorio: la polenta alla valdostana, preparata con la polenta ottenuta dalla macinazione di antiche varietà di granoturco, e cotta in forno con Fontina e burro; la polenta della casa, che alla fontina aggiunge un uovo al tegamino; la bourguignonne, con la carne a bocconcini cotta direttamente a tavola in un pentolino pieno d’olio o di vino bianco; la fonduta alla valdostana, una crema di fontina calda servita con polenta integrale e crostini di pane nero; e la bagna cauda, un intingolo a base di acciughe, aglio, olio e panna in cui intingere la verdura. Non mancano i piatti più creativi, come gli spaghetti alla chitarra “Nabuisson” con crema di lardo d’Arnad, fontina e pepe nero, o la polpa di cervo fresca in civet accompagnata da polenta.
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