I ghiacciai alpini stanno scomparendo: le situazioni più critiche
Si è tenuta anche quest’anno la Carovana dei Ghiacciai, un’iniziativa promossa da Legambiente per monitorare lo stato dei ghiacciai italiani
Un viaggio di cinque tappe organizzato da Legambiente tra i nostri ghiacciai ci permette di vedere la tragica velocità con cui questi si stanno ritirando a causa dei cambiamenti climatici. Secondo Legambiente conclusioni di questa esplorazione ci devono far riflettere sul futuro della montagna e del Pianeta.
Ghiacciai alpini a rischio
Si chiama Carovana dei ghiacciai ed è un progetto pensato da Legambiente con la collaborazione scientifica del Comitato Glaciologico Italiano che punta a monitorare lo stato dei ghiacciai italiani. Questa campagna giunta ormai alla terza edizione è partita dalla Valle d’Aosta il 17 agosto e ha attraversato l’arco alpino fino ad arrivare in Friuli Venezia Giulia il 3 settembre.
A causa dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento delle temperature sempre più ghiacciai alpini stanno scomparendo o riducendo sempre più la loro estensione. Secondo gli esperti sono già più di 200 i ghiacciai estinti e basta guardare vecchie fotografie per rendersi conto di come il paesaggio sia cambiato. Il ridursi sempre più dei ghiacciai porta alla perdita di importanti riserve di acqua ma anche alla scomparsa di alcune biodiversità.
I ghiacciai monitorati
La campagna 2022 della Carovana dei Ghiacciai si è svolta in cinque tappe ed è partita dalla Valle d’Aosta dove sono stati esaminati i ghiacciai del Monte Bianco del Miage e Pré de Bar dal 17 al 19 agosto. Qui si è potuto constatare che il Miage in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua, mentre il Pré de Bar negli ultimi trent’anni ha registrato all’incirca 18 metri di arretramento all’anno. Il viaggio è poi proseguito in Piemonte dal 20 al 22 agosto con i ghiacciai del Monte Rosa di Indren. Questi solo negli ultimi due anni sono arretrati di circa 64 metri.
Il ghiacciaio dei Forni (Lombardia) è stata la terza tappa del viaggio. Qui gli esperti non hanno potuto che constatare un arretramento di circa 400 metri negli ultimi dieci anni. La penultima tappa del viaggio è stato il ghiacciaio della Marmolada che si trova tra Veneto e Trentino ed è stato protagonista a luglio di una vera e propria tragedia. Il distacco di un masso di ghiaccio ha purtroppo ucciso ben 11 persone.
Nella Marmolada è stato rilevata nell’ultimo secolo una perdita di più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. Secondo alcuni questo ghiacciaio potrebbe scomparire in meno di vent’anni. L’ultima tappa è stato il ghiacciaio del Montasio (Friuli-Venezia Giulia) visitato dal 1° al 3 settembre. Qui gli esperti hanno potuto constatare una situazione in controtendenza. Dopo aver subito una riduzione del volume del 75% circa e una diminuzione dello spessore pari a 40 metri, dal 2005 il Montasio sembra stabile.
Le parole degli esperti
I mutamenti climatici stanno provocando gravi danni al nostro territorio, specialmente a quello alpino, causando la perdita di biodiversità e la perdita di molti ghiacciai. Secondo quanto affermato da Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente: “La terza edizione di Carovana dei Ghiacciai è tornata a misurare gli effetti della crisi climatica, ormai nel pieno del suo corso, di cui i ghiacciai sono la sentinella principale. I dati raccolti richiedono in maniera inequivocabile un cambio di rotta immediato. Il Paese smetta di inseguire l’emergenza. Occorre accelerare piuttosto nelle politiche di mitigazione, riducendo drasticamente l’utilizzo di fonti fossili, e attuare un concreto piano di adattamento al cambiamento climatico.”
Per gli esperti la causa di questa crisi è dovuta all’aumento delle emissioni di gas serra (GHG) prodotte dalle attività umane, per questo gli stati dell’Unione Europea si sono impegnati a firmare l’Accordo di Parigi. Con l’accordo di Parigi, l’UE vuole ridurre le emissioni di gas serra almeno del 55% entro il 2030 e raggiungendo la neutralità climatica entro il 2050.
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