Il ghiacciaio di Flua sul Monte Rosa non c'è più
La Carovana dei ghiacciai durante una campagna di monitoraggio ha dichiarato che il ghiacciaio di Flua sul Monte Rosa si è definitivamente estinto
Il ghiacciaio di Flua, situato sul versante italiano del Monte Rosa, è scomparso a causa del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. Questo evento segna la perdita di un prezioso patrimonio naturale e un campanello d’allarme sull’urgenza di agire per contrastare il fenomeno del ritiro glaciale che sta colpendo le Alpi.
Il ghiacciaio di Flua è scomparso
Con i suoi 4634 metri di altitudine il Monte Rosa è il secondo massiccio più alto delle Alpi e il più esteso. Il massiccio è sempre stato la casa di diversi ghiacciai, tra i quali c’era anche il ghiacciaio di Flua che si trovava sul versante italiano del Monte Rosa, nel comune di Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta. Con un’estensione di circa 80 ettari e un’altitudine compresa tra i 3.400 e i 4000 metri, era uno dei ghiacciai più importanti della zona.
Negli ultimi decenni, il ghiacciaio di Flua aveva fatto segnalare un progressivo ritiro a causa dell’aumento delle temperature e della diminuzione delle precipitazioni. Quest’anno durante la consueta ispezione da parte della Carovana dei ghiacciai, un progetto di Legambiente, è stato constatato che il Flua è scomparso. Gli esperti hanno descritto che il ghiacciaio ha lasciato spazio solo a qualche sporadico cumulo di neve tra rocce e detriti.
Cause del ritiro dei ghiacciai: le parole degli esperti
La scomparsa del ghiacciaio di Flua è dovuta principalmente ai cambiamenti climatici che stanno causando gravi danni agli ecosistemi marini e alpini. Questi mutamenti sono causati da eventi come l’aumento delle emissioni di gas serra che ha provocato un riscaldamento globale con estati più calde e lunghe e inverni più brevi e miti. Questo fenomeno, unito alla diminuzione delle precipitazioni nevose, ha accelerato lo scioglimento dei ghiacciai, portando alla loro estinzione.
Per monitorare questa situazione Legambiente con la collaborazione scientifica del Comitato Glaciologico Italiano ha ideato la Carovana dei ghiacciai, un progetto pensato per monitorare lo stato dei ghiacciai italiani. Questa campagna avviene ogni anno nel mese di agosto con team di esperti che attraversano l’arco alpino dalla Valle d’Aosta al Friuli Venezia Giulia.
Già da diversi anni la Carovana dei ghiacciai sta lanciando degli allarmi sul fatto che i ghiacciai alpini stanno scomparendo. Il ghiacciaio della Marmolada, ad esempio, nell’ultimo secolo ha perso più del 70% della superficie. Rimanendo nel Monte Rosa, invece, Legambiente ha dichiarato che oltre al Flua anche altri ghiacciai si stanno riducendo. Ad esempio il ghiacciaio delle Piode e il Sesia-Vigne che dagli anni Ottanta è arretrato di oltre 600 metri.
Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia ha parlato di questa allarmante situazione e ha esortato ad attivare politiche di mitigazione. Le sue parole in merito si possono leggere sul sito di ‘Legambiente’: “Il ghiacciaio di Flua ci mette davanti a una triste e tremenda realtà, la morte dei ghiacciai che si avvicina sempre di più. Da una parte ghiacciai che si estinguono, dopo una lunga agonia, a causa della crisi climatica che avanza, dall’altra parte anche la consapevolezza che il vuoto dei ghiacciai verrà colmato da nuovi ecosistemi. Di fronte a questa realtà e quella che abbiamo visto sul Flua, con Carovana dei ghiacciai torniamo a ribadire l’importanza di mettere in campo politiche di mitigazione e adattamento, senza dimenticare che l’altra grande sfida sarà quella di tutelare e proteggere i nuovi ecosistemi che si stanno formando ad alta quota, come conseguenza alla fusione ed estinzione dei ghiacciai”.
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