Garisenda a Bologna come la Torre di Pisa: il metodo per salvarla
La Torre Garisenda di Bologna è stata dichiarata da mesi a rischio crollo ma ora il Comune con un team di esperti ha ideato un piano per salvarla
La Torre della Garisenda è una delle “due Torri” di Bologna che essendo situate in piazza di Porta Ravegnana nel cuore della città sono considerate il suo simbolo. Da anni la torre è monitorata con strumenti all’avanguardia per la sua pendenza. Ancora nell’autunno del 2023 gli esperti dopo attenti monitoraggi avevano lanciato un allarme affermando che la torre è ora a rischio collasso. Per salvarla ora il Comune di Bologna ha ideato un nuovo piano.
La Garisenda di Bologna a rischio collasso
Citata anche da Dante Alighieri, la Garisenda è uno degli edifici storici più importanti di Bologna ed è stata costruita attorno al XII secolo proprio dalla famiglia Garisenda. Questa era parte del panorama urbano insieme alle circa altre cento torri che avevano non solo funzione difensiva e militare ma anche di ricordare il prestigio delle famiglie proprietarie.
Non tutti sanno che la Garisenda, al pari della Torre di Pisa, ha un’inclinazione verso sud che è da tempo monitorata dagli esperti. La sua pendenza dipende da un vecchio cedimento del terreno avvenuto a metà XIV secolo. L’altezza iniziale dell’edificio, infatti, all’epoca era di 60 metri ma siccome a causa dell’inclinazione rischiava il crollo si è deciso di ridurla di 12 metri. Per questo la torre è passata da 60 a 48 metri.
E’ da secoli, quindi, che lo stato della Garisenda preoccupa, ma negli ultimi anni l’attenzione sul monumento è cresciuta sempre più. In particolare nel 2018 è stato creato un comitato di esperti che doveva monitorare la sua stabilità, tramite anche appositi dispositivi. Nel 2020 sono stati fatti importanti lavori strutturali per rinforzare la torre con delle cinture in acciaio.
L’amministrazione comunale, poi, ha bloccato la circolazione del traffico attorno all’edificio per diminuire le vibrazioni causate dal passaggio dei mezzi. Nell’autunno del 2023, infatti, i tecnici avevano avvisato che lo stato della torre era preoccupante e avevano dichiarato il “codice rosso“, ovvero quello di maggior pericolo. Il rischio di collasso secondo gli esperti è ora alto. Ma c’è anche una paura in più, ovvero che dopo una prima fase di implosione il monumento possa cadere verso la chiesa di San Bartolomeo, danneggiando anche questa. Secondo altre teorie, invece, la Garisenda potrebbe cadere anche verso l’altra torre, quella degli Asinelli, danneggiando anche quest’ultima.
Il piano per salvare la Garisenda
Per salvare la Garisenda l‘amministrazione comunale di Bologna si è, quindi, mossa con un importante progetto che ha visto coinvolti esperti e aziende di punta del settore. Il sindaco Matteo Lepore, insieme ad un team di professionisti, ha presentato mercoledì 27 marzo il piano per mettere in salvo la storica torre. Il programma sembra composto da tre grandi fasi.
Da quanto spiegato nella prima fase verranno usati gli stessi tralicci precedentemente utilizzati per il consolidamento della torre di Pisa. Questi consentiranno di mettere in sicurezza anche la torre di Bologna. I tralicci verranno, ovviamente, riadattati ma questo permetterà di risparmiare tempo e denaro in modo significativo. Il tralicci pisani verranno trasportati presso il capoluogo emiliano per essere installati entro il 2024.
Questi, in realtà, sono come due grandi cavalletti che permetteranno poi di operare in sicurezza alla base della torre. Posizionati i tralicci, infatti, si potrà procedere con la seconda fase che consiste nel consolidare il basamento. Questo essendo pesantemente deteriorato, ad esempio, verrà rafforzato effettuando delle iniezioni di malta. Solo dopo gli interventi di stabilizzazione si potrà procedere con il restauro. Prevede l’amministrazione bolognese che questa terza fase di restauro non potrà iniziare prima del 2025.
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