Bologna, l'allarme Garisenda risuona fino agli Stati Uniti
“Una torre pendente in Italia (non a Pisa) desta preoccupazione”: l’allarme per la Torre della Garisenda arriva sulle pagine del New York Times
L’allarme per la Garisenda è arrivato sulle pagine del New York Times: il quotidiano statunitense ha dedicato un lungo articolo alla torre bolognese, con tanto di intervista telefonica al Sindaco Matteo Lepore. Quello che preoccupa, si legge nell’articolo, è la dinamica del suo movimento.
Anche se non sta crollando, assicura il Sindaco di Bologna al NYT, la Garisenda va monitorata attentamente. Per questo, l’amministrazione cittadina ha recentemente chiuso l’accesso alla piazza che ospita la seconda torre pendente più famosa d’Italia.
La Garisenda finisce sul New York Times
Il Sindaco di Bologna ha recentemente chiuso tutte le strade intorno alla Torre della Garisenda, la più bassa delle due torri simbolo di Bologna e anche la più pendente (è leggermente più inclinata della Torre di Pisa, che nel frattempo si sta raddrizzando).
La Torre medievale, che insieme a quella degli Asinelli è il simbolo della città, è da sempre soggetta a fenomeni di cedimento: eretta nel 1119, fu “abbassata” di 12 metri già nel 1353, poiché c’era una certa preoccupazione in merito alla stabilità del terreno sottostante. Oggi, la situazione della Garisenda è tornata a preoccupare gli esperti, spingendo l’amministrazione a chiudere l’area intorno alla torre pendente per “condurre ulteriori monitoraggi”.
La notizia è arrivata anche negli Stati Uniti: il New York Times ha dedicato alla torre bolognese un lungo articolo dal titolo “Una torre pendente in Italia (non a Pisa) desta preoccupazione”. Come spiega il quotidiano statunitense, “ultimamente la dinamica del suo movimento è diventata preoccupante”, cosa che ha spinto le autorità cittadine a chiudere la piazza su cui si trova, cosa che durerà “molto probabilmente per anni”.
Recenti indagini, prosegue il NYT riportando le parole dell’amministrazione, “hanno individuato tracce di rotazione inaspettata nella sua inclinazione e altri movimenti impercettibili che necessitano di essere studiati con maggiore attenzione”.
Il Sindaco Lepore al NYT: inserire le Due Torri nel Patrimonio Unesco
Il quotidiano statunitense ha raggiunto telefonicamente il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha spiegato: “Il punto non è che la torre sta crollando: la monitoriamo dal 2018 come un paziente in ospedale, e ora sappiamo che deve essere messa in sicurezza e ripristinata”.
“Abbiamo deciso di iniziare immediatamente”, spiega Lepore al New York Times. Da anni un comitato di esperti studia i dati raccolti dalla Torre Garisenda grazie a sensori acustici, fibre ottiche, un GPS sulla sommità, un pendolo e diversi sistemi che monitorano la falda freatica che scorre nel sottosuolo, proprio vicino alla torre.
Nel 2021, continua il New York Times, la base della torre è stata circondata da grandi anelli di ferro, per evitare la formazione di crepe nelle selenite. Come tutte le torri, la Garisenda ha sempre oscillato leggermente, ma ad oggi non è stata trovata una soluzione che metta d’accordo tutti gli esperti.
“Tutti concordano sul fatto che la base debba essere rafforzata, a causa della sua debolezza storica e delle recenti preoccupazioni sollevate dai dati raccolti”, ha spiegato al NYT Cleto Carlini, responsabile dei lavori pubblici, del verde e della mobilità del Comune di Bologna, “la domanda è come, e dobbiamo studiarlo a fondo prima di pianificare il restauro”.
D’altronde, ricorda il quotidiano, il terreno e le fondamenta della torre iniziarono a cedere appena dopo la costruzione, forse a causa di un errore ingegneristico: il suo “sporgersi in avanti” spaventò persino Dante Alighieri, che nella Divina Commedia usò l’immagine della Garisenda per descrivere il gigante Anteo proteso in avanti dal Pozzo dei Giganti.
Oggi, il Sindaco Lepore punta a includere le due Torri all’area Patrimonio Unesco dei Portici di Bologna: “Inserire le Due Torri nel Patrimonio Unesco aiuterebbe in termini di promozione e visibilità, ma anche per quanto riguarda la loro manutenzione e conservazione”. Nel frattempo, conclude il Sindaco, la chiusura della piazza può essere un’opportunità per “ridisegnare la mobilità in città e favorire la creazione di più zone pedonali”.
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