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Il fiore unico al mondo che cresce solo a Milano

L'inventario della flora spontanea italiana ci rivela l'esistenza di un fiore che cresce solo a Milano: non si trova in nessun'altra parte del mondo

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Castello Sforzesco

Passeggiando per Milano, può capitare di imbattersi in alcuni fiorellini gialli dall’aspetto piuttosto comune: si tratta dell’hieracium australe, ed è una specie endemica del capoluogo lombardo. Cosa significa? Semplicemente, che cresce solo qui: non lo si trova in nessun’altra parte del mondo. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’inventario della flora spontanea italiana, che tuttavia segna un dato tristemente negativo. Scopriamo di cosa si tratta.

Il fiore endemico di Milano

Se l’hieracium australe è una specie floreale spontanea presente solo a Milano, e più precisamente tra le mura del Castello Sforzesco, fino a poco fa non era l’unica ad avere questo primato. Nell’aggiornamento del 2018, infatti, condivideva la sua unicità con l’hieracium tolstoii, un’altra specie endemica del capoluogo lombardo. Nel corso della nuova analisi, è emerso che quest’ultimo fiore è ormai andato perduto per sempre, perché probabilmente qualcosa nel suo habitat è cambiato.

Secondo gli esperti, anche l’hieracium australe sarebbe in pericolo, essendo una specie molto fragile e a rischio di scomparire. Il suo fiore giallo somiglia a quello del tarassaco, il classico “soffione” che si trova comunemente nei prati. Ma, a differenza di quest’ultimo, ne restano ormai pochissimi esemplari a Milano e il cambiamento climatico, le specie aliene e l’erosione del suolo li starebbero mettendo a repentaglio.

La flora spontanea in Italia: l’analisi

L’inventario aggiornato della flora spontanea italiana, curato dal Museo di Storia Naturale di Milano, è stato recentemente integrato con i risultati dell’analisi condotta da un team internazionale di 45 botanici coordinato da Gabriele Galasso (del Museo di Storia Naturale di Milano), da Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti (del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino) e da Lorenzo Peruzzi (del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa).

La ricerca aveva come obiettivo l’individuazione di tutte le piante spontanee, siano esse endemiche, autoctone, aliene oppure estinte, presenti in Italia. I risultati sono decisamente interessanti: sul nostro territorio germogliano in totale 10.023 tipi di piante, delle quali 1.702 sono endemiche (ovvero crescono solo qui). Ci sono inoltre 8.241 specie autoctone, che quindi sono originarie dell’Italia ma possono crescere ovunque, e 1.782 specie aliene, importate dall’uomo.

L’Italia si conferma dunque al primo posto in Europa per la ricchezza della sua biodiversità, e seconda solamente alla Turchia, che vanta un habitat mediterraneo particolarmente favorevole. “Tutto merito della variabilità climatica e morfologica. L’Italia è un Paese dagli ambienti molto diversificati, per altitudine e latitudine, si va dalla pianura ai laghi prealpini, dall’alta montagna agli Appennini, dalle colline alle dune, anche se queste ormai sono quasi scomparse” – ha spiegato Galasso al ‘Corriere della Sera’.

Preservare questo patrimonio botanico, tuttavia, non è affatto semplice. Diversi fattori contribuiscono a minare la sopravvivenza delle nostre specie spontanee: le piante aliene, che sono in continuo aumento, il cambiamento climatico e il consumo di suolo sono i motivi principali di preoccupazione per gli esperti. Per quanto riguarda le specie aliene, ormai arrivano in Italia in una miriade di modi diversi.

“Sono importate dall’uomo in alcuni casi in maniera diretta, per usi alimentari o ornamentali, o indiretta, con spore che restano negli imballaggi, nelle zolle di terra, nei vestiti, nelle chiglie delle barche” – ha dichiarato Galasso. “Servirebbero regole più stringenti. L’Unione Europea ha fatto un regolamento che introduce il divieto di commercializzazione di alcune specie, ma i controlli sono difficili e spesso la prescrizione viene aggirata acquistando online”.