Importante scoperta a Ercolano: trovato l'ultimo fuggiasco
Importante scoperta a Ercolano: ritrovato uno scheletro appartenente a una persona che stava scappando dall'eruzione che distrusse la città
Importante scoperta a Ercolano: è stato ritrovato lo scheletro di una persona che risale al giorno in cui la città campana fu distrutta e travolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
I dettagli della scoperta
Al momento non si sa ancora se le ossa appartengano a un uomo oppure a una donna. I resti dello scheletro del fuggiasco (o della fuggiasca) sono stati rinvenuti sotto alcuni elementi architettonici. Secondo la ricostruzione, la persona è stata spinta nel luogo del ritrovamento dal flusso piroclastico proprio mentre tentava di fuggire. Lo scheletro è caduto con la testa all’indietro: probabilmente avrà visto l’ultima scena orribile della nuvola che lo ha investito.
Le ossa dello scheletro sono rosse perché i globuli rossi, avendo al loro interno l’ossigeno del sangue, hanno lasciato la loro impronta fissandosi sulle ossa.
La vittima, con ogni probabilità, aveva con sé i ferri del mestiere o i suoi pochi averi, perché le persone dell’epoca contavano di poter tornare a casa. Nel momento in cui si è verificata la devastante eruzione, infatti, era in corso una spedizione di salvataggio. Nel luogo del ritrovamento sono previsti nuovi scavi, da eseguire in laboratorio.
L’Antica Ercolano e le sue scoperte
Come dichiarato da Amedeo Maiuri (la sua citazione è presente anche sul sito ufficiale del Parco Archeologico di Ercolano), Ercolano Antica è un “luogo della memoria, che va considerata come una città e non come una miniera di opere d’arte, una città minore e diversa da Pompei, ma non per questo meno importante, con la sua fisionomia urbanistica. con la sua civiltà e. quel che più importa, con il suo volto umano”.
Proprio a Ercolano è stata identificata anche la bottiglia di olio più antica al mondo. L’oggetto è conservato al MAAN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. A riscoprire questa fiaschetta scheggiata fu nel 2018 Alberto Angela, in occasione di un sopralluogo ai depositi del MAAN per le registrazioni del suo programma televisivo “Stanotte a Pompei“. Probabilmente, l’oggetto risale alle prime campagne di scavo dell’epoca moderna di Ercolano, quelle, cioè, avviate dal Principe d’Elboeuf nel 1738 e poi proseguite da Re Carlo di Borbone. L’analisi col carbonio-14 ha permesso di datare il manufatto al primo secolo.
Le immagini ANSA sono di Ciro Fusco.
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