Via le anguille dal menu di Natale: l'appello per salvarle
I membri del World Culinary Council di Relais e Chateaux hanno lanciato un appello che chiede di eliminare le anguille dai menu di Natale per salvarle
Salvare le anguille eliminandole dai menu delle festività natalizie: è questa la richiesta avanzata da parte dei membri del World Culinary Council di Relais & Chateaux.
Con una votazione ad hoc hanno deliberato di eliminare l’anguilla dai loro menu, invitando anche gli hotel e i ristoranti dell’associazione a fare lo stesso. Inoltre hanno sollecitato le autorità preposte ad ascoltare il parere degli scienziati che chiedono di sospendere la pratica della pesca delle anguille.
L’appello per salvare le anguille in vista del Natale
L’associazione Periferia Iodata, costituita da chef (anche stellati), enotecari, pizzaioli, balneari e imprenditori che sono attivi su tutto il litorale romano e in modo particolare nella zona che va da Fiumicino a Fregene, ha accolto subito l’appello lanciato a salvaguardia delle anguille.
Sui social, come riportato dall’Ansa, i rappresentanti di Periferia Iodata hanno annunciato la propria adesione all’appello che chiede di togliere le anguille dai menu in vista delle festività natalizie:
Aderiamo all’appello cercando di considerare il tema nella sua complessità. Sono cambiate le tradizioni legate al Natale e l’anguilla oggi viene consumata soprattutto nei ristoranti. Bandirla dal menu potrebbe portare a risultati importanti, ma va considerato anche il mercato nero. Un appello come questo è importante, ci permette di ragionare su temi non più eludibili.
E ancora: “Una regolamentazione troppo rigida potrebbe penalizzare chi pesca regolarmente favorendo ulteriormente il bracconaggio. Dovremmo cercare di stimolare sempre di più a essere sostenibili facendo crescere l’allevamento. L’anguilla viaggia dalle acque dolci al mare, unendo entrambi gli ecosistemi con tutti i loro limiti. Un simbolo di quanto ogni cosa nel nostro mondo sia connessa. Aderiamo perciò all’appello di Relais & Chateaux, anche sapendo che non potrà essere risolutiva e che servono interventi straordinari”.
Piatti di Natale: differenze tra anguilla e capitone
L’anguilla rientra negli ingredienti utilizzati per la realizzazione di diversi piatti tipici della tradizione natalizia: bisogna però fare una distinzione ben precisa con il capitone, altro elemento tipico di specialità consumate durante le feste. La differenza più importante riguarda le dimensioni: solamente le anguille di grande pezzatura che superano i 350 grammi possono fregiarsi del nome di capitoni.
In molte regioni italiane la femmina di grandi dimensioni viene erroneamente chiamata capitone, ma quest’ultimo in realtà è un esemplare di femmina che ha raggiunto la maturità sessuale ma essendo sterile non cerca di migrare verso l’Atlantico per riprodursi e resta sempre nel suo bacino di espansione, accrescendo costantemente le sue dimensioni.
Tradizionalmente l’anguilla è destinata al consumo in concomitanza con le vacanze di Natale, anche se in regioni come la Sardegna viene consumata quasi in tutti i periodi dell’anno, o comunque quando è disponibile. Di solito le anguille vengono preparate arrosto (soprattutto gli esemplari di dimensioni più generose), in umido oppure fritte.
Il problema dell’anguilla si aggiunge a quelli relativi ad altre specie a rischio nel nostro Paese: nelle ultime settimane, per esempio, è scattato l’allarme vongole in Italia. La quantità di vongole, molto utilizzate in cucina, è diminuita a vista d’occhio a causa della proliferazione del granchio blu, specie aliena che si nutre di diversi molluschi.
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