Le anguille di Comacchio geolocalizzate per 6mila km
Liberate oltre 100 anguille di Comacchio dotate di dispositivo di geolocalizzazione: il progetto Lifeel seguirà la loro migrazione fino all’Oceano
L’anguilla è stata inserita nel 2013 nella lista IUCN delle specie in via di estinzione: la popolazione delle anguille è diminuita, in Europa, del 99% negli ultimi trenta anni. Nelle Valli di Comacchio, in particolare, l’anguilla è un animale strettamente legato alla tradizione produttiva e gastronomica locale.
Anche per questo è nato il progetto Lifeel, finanziato dalla Comunità Europea, allo scopo di difendere il patrimonio animale dell’anguilla e garantire la sua presenza per molti anni a venire nelle valli del delta del Po.
Anguille col GPS: il progetto
Dal 2017, ogni anno, il Parco Delta Del Po libera in mare uno stock di anguille in età riproduttiva, allo scopo di sostenere la riproduzione ed il ripopolamento della specie nei bacini locali.
Le anguille sono animali affascinanti: possono vivere fino a 85 anni, non possiedono organi riproduttivi fino all’età avanzata, e nascono – tutte le anguille del mondo – nello stesso posto. Nonostante siano pesci d’acqua dolce, le anguille che vengono pescate nelle Valli di Comacchio tanto quanto quelle che arrivano in Cina nascono nel mar dei Sargassi, in pieno Oceano Atlantico tra le Antille e le Bermuda, per poi migrare verso le acque dolci in cui passano gran parte della vita.
Poi, quando adulte sono pronte per accoppiarsi, migrano di nuovo fino all’Oceano per depositare e fecondare le uova: un viaggio di circa 6mila chilometri, che grazie al progetto Lifeel sarà monitorato grazie a degli speciali GPS.
Prima del rilascio di quest’anno, infatti, sono stati selezionati degli esemplari in età pienamente riproduttiva, cioè che hanno già acquisito la colorazione argentea o “argentina” che ne caratterizza l’ultima metamorfosi prima della migrazione.
Il processo di selezione e liberazione degli esemplari, che vede coinvolti il Parco Delta del Po, l’Ateneo di Ferrara e l’Università di Bologna, si è quindi concluso con il rilascio in acqua di più di 100 esemplari di anguilla dotati di un particolare GPS in grado di monitorarne l’intera migrazione.
Tra le anguille che saranno seguite hanno applicato sul dorso una sorta di “spaghetto” verde con numero identificativo che consentirà tra le altre cose eventuali segnalazioni da parte dei pescatori.
Cos’è Lifeel
Il progetto grazie al quale è stato possibile liberare le 100 anguille “tracciate” dalla stazione di pesca del canale Foce si chiama Lifeel, ed è stato finanziato dall’Unione Europea.
Si tratta di un progetto specifico di conservazione e tutela della specie, una risposta ad una situazione che nei primi anni del Duemila era diventata critica nelle Valli di Comacchio, con gli stock di pescato che avevano raggiunto livelli critici – soltanto oggi in graduale ripresa.
L’obiettivo principale del progetto è quindi la riapertura delle rotte migratorie dell’anguilla, ma anche la tutela dei soggetti adulti – necessaria per garantire il mantenimento dell’importante tradizione locale a base d’anguilla.
Come ha dichiarato al Corriere il Sindaco di Comacchio Pierluigi Negri: “Difendiamo il nostro mare, ma non solo”, la tutela delle anguille significa anche conservare il patrimonio della tradizione gastronomica del delta del Po. “Per garantire la tradizione” continua “abbiamo bisogno di assicurare il ritorno al mare e alle aree riproduttive delle anguille adulte” .
Il progetto Lifeel è appena iniziato: proseguirà fino al 2024, e prevede interventi di monitoraggio ed azioni di educazione e coinvolgimento, oltre che una sperimentazione nel campo della produzione di anguilla in cattività.
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