Dall'isola del Giglio a Shangai, il vino più costoso d'Italia battuto all'asta per 330mila euro
Frutto dell'antica tradizione della viticolutura eroica, il Perseo&Medusa dell'isola del Giglio è il vino più costoso mai prodotto in Italia
Il vino più costoso d’Italia è toscano, frutto della fermentazione di preziosi grappoli raccolti sulle scoscese colline dell’Isola del Giglio. La bottiglia numero 3 del Perseo&Medusa è stata aggiudicata per la cifra record di 330mila euro da un investitore di Shangai, prezzo più alto mai pagato per una bottiglia di vino prodotta nella Penisola.
Ma come si spiega un prezzo così elevato e la notevole attenzione prestata da eno-appassionati di tutto il mondo per il vino gigliese? Esclusività, lusso, autenticità sono gli elementi alla base dell’ambizioso progetto vinicolo di Pier Paolo Giglioni, l’imprenditore che ha ideato un progetto ambizioso ma di successo: creare un vino speciale, d’élite, prodotto in appena 600 bottiglie, da uve molto particolari.
Un vero e proprio vino da investimento che ha raccolto la curiosità di almeno 600 wine club collegati da tutto il mondo per assistere e partecipare all’asta-evento che ha coinvolto concorrenti dai quattro angoli del mondo: da New Delhi a Miami, da Dubai a Hong Kong.
Tutti pazzi per il vino realizzato dai vigneti Ansonica, uno dei pochi in Italia dove gli acini sono immuni da sollecitazioni meccaniche e ogni grappolo è raccolto a mano, attraverso la cura e la dedizione di viticoltori esperti. Presso le colline dell’isola del Giglio si rinnova ogni anno la tradizione della vendemmia eroica, senza aiuti tecnologici di sorta. Ci si inerpica tra i pendii per raccogliere ogni grappolo a mano. La produzione d’uva, inoltre, non è incrementabile: gli spazi concessi dalla morfologia dell’isola non consentono la proliferazione dei vigneti.
Elementi che sono bastati a convincere gli investitori a sborsare centinaia di migliaia di euro per comprare un vino preziosissimo, unico e raro. Una bottiglia che oltre a contenere prezioso e pregiato nettare rappresenta un vero e proprio investimento finanziario, da conservare con cura in una solida cassaforte.
Anche il packaging è unico, in linea con l’esclusività del vino prodotto con la collaborazione di Giovanni e Simone Rossi proprietari dell’azienda vinicola che produce il bianco più conosciuto dell’isola. All’interno di una solida e raffinata valigetta sono presenti due bottiglie, entrambe con tappo senza impronta di carbonio, una destinata alla conservazione, l’altra all’assaggio. Un prezioso bracciale da bicipite, dalle forme suadenti che richiamano i serpenti che vivacizzavano la chioma della gorgone Medusa, ricordano l’ispirazione mitologica che ha suggerito la denominazione del vino e l’epica lotta tra Perseo e Medusa che richiama l’eterna sfida tra l’uomo e la forza della natura e sottolinea gli sforzi realizzati per ottenere il preziosissimo nettare battuto per cifre record, mai raggiunte prima in Italia.
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