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Cortina tra alberi abbattuti e frane: le Olimpiadi per i francesi

I dubbi dei francesi sulle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026: si parla di alberi abbattuti, frane e del futuro della pista da bob

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Pista da bob

La Francia guarda con occhio attento ai preparativi per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026: non potrebbe essere altrimenti visto che l’edizione successiva sarà organizzata in territorio transalpino.

Su ‘Le Monde’ è stato pubblicato un articolo che riguarda i preparativi di Cortina in vista del grande evento e non manca qualche appunto da parte della stampa francese.

Cortina, le olimpiadi secondo i francesi tra alberi abbattuti e frane

Come riportato da ‘Il Dolomiti’, il quotidiano transalpino, il 28 ottobre del 2025, ha pubblicato un approfondimento intitolato “Giochi Olimpici 2026: nelle Dolomiti, il paesaggio sacrificato. A cento giorni dai Giochi invernali, Cortina d’Ampezzo piange gli alberi abbattuti e teme frane”.

L’articolo si apre con un focus sulla frattura che si è aperta nel mese di settembre nel terreno ai piedi dell’ultimo pilone della nuova cabinovia Apollonio-Socrepes, ideata proprio per Milano-Cortina 2026. L’apertura si è estesa nel tempo da quindici a quasi trenta metri, con un dislivello di quasi mezzo metro tra i due lati dello squarcio.

Per Carmen De Jong, geologa dell’Università di Strasburgo, l’apertura è un potenziale pericolo: “In caso di condizioni meteorologiche anomale durante i Giochi, come un improvviso rialzo termico con fusione della neve o piogge intense, la sicurezza di atleti, squadre e pubblico possa essere minacciata”.

La questione è all’ordine del giorno per i residenti della zona che hanno ricorso al Tar del Lazio: il Tribunale Amministrativo, dopo aver respinto le richieste di sospensive, non ha ancora espresso un giudizio di merito, perché manca la necessaria dichiarazione della Regione Veneto di indennità da frana.

I temi delle infrastrutture

Un altro tema trattato dal quotidiano transalpino riguarda le infrastrutture e i costi in termini economici e ambientali. Sotto i riflettori soprattutto la nuova pista da bob e la vasta rete di cannoni da innevamento.

Sempre la geologa Carmen De Jong a tal proposito ha dichiarato: “Se la temperatura media invernale era di -3,5 gradi centigradi durante gli ultimi Giochi olimpici a Cortina, nel 1956, ci si può attendere stavolta una media superiore di 4 gradi, quindi una temperatura largamente positiva”.

Sulla pista da bob i dubbi principali riguardano l’ingente dispendio energetico necessario a mantenerla a temperatura, che ha comportato una serie di interventi collaterali: la vasca di stoccaggio a uso del sistema di innevamento delle piste da sci, ampliata a 120.000 metri cubi, e l’abbattimento dei larici per fare spazio al serpentone della pista.

Sempre a proposito della pista, nell’articolo si legge: “L’infrastruttura si aggiungerà alla lista degli ‘elefanti bianchi’, quelle strutture sovradimensionate che inquinano le montagne e diventano inutili dopo un evento effimero? Molti lo temono in un paese che conta meno di cento tesserati di bob”.

Sui larici, invece, ‘Le Monde’ ha scritto così: “Quei larici, sotto i cui rami passarono i soldati della prima guerra mondiale, erano un pezzo della nostra storia e furono piantati per combattere l’erosione del suolo, all’indomani di una frana che aveva spazzato via due villaggi”.

I problemi evidenziati dai francesi potranno essere prontamente smentiti da qui ai prossimi mesi, quando saranno le Olimpiadi Invernali a dimostrare se l’organizzazione avrà avuto successo oppure no.