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Olimpiadi invernali Milano-Cortina, l'appello per gli ermellini

Scattato l'appello dei ricercatori italiani per aiutare gli ermellini, scelti come mascotte per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Le mascotte delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 sono due ermellini, chiamati rispettivamente Tina e Milo in onore delle due città protagoniste dei giochi: la scelta di questo animale ha portato i ricercatori italiani a lanciare un appello in vista dell’evento per sostenere la specie in declino.

Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026: appello per gli ermellini

Gli ermellini non sono ufficialmente tra le specie in via di estinzione, ma la loro popolazione sta diminuendo con il passare del tempo. Diversi ricercatori italiani sperano che essendo stati scelti come testimonial delle Olimpiadi, questi mustelidi possano beneficiare di un rinnovato interesse da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni.

Marco Granata, dottorando in ecologia all’Università di Torino e impegnato da anni nel progetto di ricerca sull’ermellino nelle Alpi italiane, ha parlato così dell’appello rivolto in vista dei Giochi Olimpici Invernali: “Vista la scelta dell’ermellino come mascotte dei Giochi – le parole di Granata riportate da ‘Repubblica’ – il nostro appello è che si investa una piccola parte delle risorse destinate agli eventi sportivi a sostegno dello studio di questa specie così vulnerabile”.

Esperti e ricercatori chiedono che vengano sostenute università e parchi per “testare e migliorare i metodi di monitoraggio attualmente in uso e dare continuità alle campagne di raccolta dati già in atto”. La ricerca è fondamentale perché i dati sullo stato di salute dell’ermellino sono al momento insufficienti, ma i sospetti di una riduzione della popolazione sono molto concreti.

La minaccia principale per questa specie è rappresentata dalla crisi climatica e dalla diminuzione delle nevicate: l’ermellino, infatti, diventa bianco per confondersi nella neve agli occhi dei predatori, ma se manca la neve risulta in pericolo. Molti esemplari sono costretti a salire di quota per trovare zone di conforto con neve sicura.

Il sostegno per studiare la specie

Sempre Marco Granata ha spiegato che basterebbe un po’ di sostegno per studiare in maniera più approfondita la specie così da potersi muovere di conseguenza:

“A noi basterebbe avere un maggiore sostegno per studiare la specie, che secondo la classificazione dell’Iucn non rischia a oggi l’estinzione ma che secondo i nostri modelli predittivi, che hanno dato vita a uno studio di prossima pubblicazione, dovrà fare i conti da qui al 2100 con una riduzione del 40% del suo habitat nelle Alpi italiane.

Se in Italia gli studi strutturati sull’ermellino sono solamente due, e ormai parecchio datati, altrove il loro declino è ampiamente documentato. Drammatiche contrazioni numeriche e spaziali sono state riscontrate negli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Finlandia e Bielorussia, e in alcuni paesi europei, come la Svizzera e l’Olanda, l’ermellino è ora una specie protetta”.

In attesa di capire se l’appello in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 riceverà una risposta, è bene ricordare che in passato c’è già stata una specie animale aiutata dopo essere stata scelta come mascotte di una manifestazione sportiva.

Nel 2014, in occasione dei Mondiali di calcio organizzati dal Brasile, la mascotte fu un bolita (o apar), un armadillo molto diffuso in tutto il Paese: la sua ritrovata popolarità servì a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difesa della specie e portò anche all’istituzione di un’area protetta ad hoc.