Coronavirus, Parma 2020 perde 300 mila euro al giorno
Crisi nel settore turistico e alberghiero di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020
Parma, come molte altre città d’Italia, sta risentendo molto dei problemi legati al Coronavirus.
La città emiliana, nell’anno in cui è stata indicata come Capitale della Cultura Italiana, deve far fronte a tutti i problemi derivati dal Covid-19. A risentirne è soprattutto il settore turistico, insieme a quello alberghiero: le associazioni di rappresentanza del turismo non prevedono la possibilità di ripresa fino a tarda primavera, anche in considerazione di quanto sta accadendo nel resto d’Europa.
Sono tanti gli eventi rinviati a causa del pericolo Coronavirus. Alla luce del drastico calo delle presenze turistiche, molte strutture hanno deciso di chiudere momentaneamente le proprie attività. Lo scenario è reso ancor più complicato dalle misure restrittive imposte dal governo. Tante prenotazioni sono state cancellate anche per l’estate e per ottobre, mese dedicato al Festival di Verdi.
Il sistema alberghiero di Parma sta perdendo qualcosa come 300 mila euro al giorno: le cifre, stimate da Federalberghi Parma, sono state fornite nel corso di un incontro organizzato da Destinazione Turistica Emilia. Secondo i dati, si prevede circa il 90% di chiusura di tutte le strutture ricettive.
La situazione del settore, in questo momento, appare sempre più drammatica. La crisi del turismo, causata dai problemi legati al Coronavirus, colpisce soprattutto le strutture più grandi che devono far fronte a costi fissi molto significativi, su tutti quelli destinati al personale.
Le prospettive all’orizzonte sono tutt’altro che incoraggianti. Verso il mese di giugno, a Parma, si accavalleranno diversi eventi pubblici, cosa che si ripeterà anche a settembre, quando è previsto lo slittamento di Cibus.
Per fronteggiare questa emergenza, è stato chiesto alla Regione Emilia Romagna e alle altre associazioni che le risorse destinate al riposizionamento dei prodotti turistici siano anche finalizzate a uno spostamento degli eventi verso novembre e l’anno successivo.
In un momento di difficoltà, tutti i comuni soci di Destinazione Turistica Emilia, l’Ente Pubblico Strumentale degli Enti Locali, hanno deciso di sostenere la richiesta avanzata dai sindaci di Parma, Piacenza e Reggio Emilia verso il Governo affinché Parma Capitale della Cultura Italiana 2020 possa essere estesa anche al 2021, così da evitare che le risorse e le iniziative vadano sprecate.
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