Cesto di frutta a 200 euro in Sardegna: nuovo "caso scontrino"
Nuovo "caso scontrino" in Italia: in un resort della Costa Smeralda, in Sardegna, un cesto di frutta è stato venduto al maxi costo di 200 euro
Scoppia un nuovo caso scontrino in Italia: questa volta riguarda un cesto di frutta venduto a Porto Cervo, in Sardegna, al costo di 200 euro. L’episodio è stato documentato da un tiktoker di Napoli che ha pubblicato il maxi scontrino sul social network.
Maxi scontrino per un cesto di frutta: scoppia la polemica
Il conto salato, in un resort della Sardegna, presenta le seguenti voci: 95 euro per un piatto di sushi, 10 euro per una bottiglia d’acqua, 36 euro per un piatto di tonnarelli allo scoglio, 275 euro per una bottiglia di champagne da 75cl, 205 euro per il lettino e 200 euro per un cesto di frutta.
Proprio la voce riguardante il prezzo del cesto di frutta è quella che ha scatenato maggiormente le reazioni da parte del popolo del web. Sono tantissimi gli utenti di TikTok che hanno interagito sotto al post, fornendo i commenti più svariati riguardo l’episodio.
Alcuni sostengono che un turista in grado di andare in vacanza in Sardegna, località che richiede un esborso economico non indifferente, debba essere preparato a conti molto salati. Altri, invece, si domandano perché ci sia in giro gente che non controlla il listino dei prezzi prima di consumare.
Un utente, invece, scherzando sulla differenza dei prezzi della frutta rispetto ad altre zone d’Italia, ha commentato scrivendo che a Napoli, con 200 euro si potrebbe aprire direttamente un fruttivendolo. Lo stesso tiktoker cha ha reso pubblico il maxi scontrino per il cesto di frutta consumato in Sardegna, nei mesi precedenti aveva creato scalpore anche per una colazione da 78 euro a Capri, isola eletta una delle migliori destinazioni al mare dell’estate 2022.
Le polemiche per gli scontrini salati in Italia
Quella del cesto di frutta da 200 euro venduto in Costa Smeralda non è la prima polemica legata agli scontrini scoppiata in Italia. Nel giro degli ultimi anni sono diversi gli episodi simili accaduti in diverse parti del nostro Paese.
All’inizio del mese di luglio del 2022, per esempio, è scoppiata una polemica per i quattro piatti di linguine alla magnosa venduti a 280 euro. La magnosa è una specie notturna di crostaceo in via di estinzione: un motivo che fa lievitare notevolmente il prezzo dei ristoranti nei confronti dei clienti intenzionati a gustarla. La magnosa è considerata una specie soggetta a pesca intensiva, e in quanto tale è diventata rara lungo le coste europee del Mediterraneo occidentale
A Venezia, invece, avevano fatto scalpore lo scontrino di 24 euro per due caffè consumati in un bar del Rivo Alto. In seguito a quell’episodio, il titolare del locale situato in una delle zone più suggestive del Capoluogo del Veneto aveva replicato, sostenendo si trattasse solamente di un errore.
Nell’estate del 2020, inoltre, era diventato virale lo scontrino pubblicato da un giornalista del giornalista del Wall Street Journal sui social, Eric Sylvers: il corrispondente in Italia del noto quotidiano statunitense, dopo aver cenato in un ristorante della Liguria, ha deciso di rendere pubblico lo scontrino con 50 centesimi di sconto su una spesa di 295,50 euro. Il post su Twitter scatenò le reazioni degli utenti con centinaia di commenti e condivisioni.
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