Estate italiana "a rischio": esplode il caso traghetti
A rischio le tratte estive dei traghetti per il 2022: i costi dei biglietti potrebbero aumentare a causa dell'aumento del costo del carburante
L’aumento del prezzo del petrolio causa difficoltà a tutto il settore dei trasporti, compreso quello dei traghetti. Rifornire le navi costa circa il 30% in più: i costi dei biglietti sono in aumento e mettono a rischio la stagione estiva dei collegamenti con le isole.
Caso traghetti: “a rischio” i collegamenti durante l’estate
In Italia il 90% delle navi viaggia ancora con il carburante tradizionale, condizionato dall’andamento del mercato del brent il cui prezzo al barile è stabilmente sopra i 100 dollari ed è raddoppiato nel giro di poche settimane. Il trend è abbastanza negativo ed è difficile prevedere con certezza cosa succederà nei prossimi mesi: le previsioni, comunque, non sono incoraggianti.
Se i prezzi non dovessero scendere o il Governo non interverrà a sostegno del settore dei trasporti su mare, il rischio di rincari per quanto riguarda i costi dei biglietti è concreto. L’aumento dei prezzi potrebbe essere particolarmente pesante e influenzare il flusso di viaggiatori durante la stagione estiva, con conseguenze su tutto il settore del turismo.
Uno dei primi a lanciare l’allarme è stato Stefano Messina: il Presidente di Assarmatori ha spiegato come il viaggio di andata e ritorno da Olbia a Genova, città dove il Comune ha acquistato Villa Pallavicini, a causa del costo del carburante, è cresciuto di circa il 30% in più rispetto al normale, con un aumento di 50 mila euro.
Le proiezioni su altre rotte italiane danno aumenti molto simili: per la rotta Napoli-Palermo-Napoli si stima un incremento dei costi di 38 mila euro per le compagnie. Prezzo del carburante in salita di 27.300 euro, invece, per la rotta Civitavecchia-Olbia-Civitavecchia.
“Stando così le cose, l’unica alternativa alla sospensione dei servizi è l’aumento delle tariffe – le parole del Presidente di Assarmatori Stefano Messina riportate da Repubblica.it – adeguare i noli e le tariffe, e quindi il costo dei biglietti, sarà una scelta obbligata per evitare la sospensione di quei servizi marittimi per le isole, che anche nei mesi più duri della pandemia hanno garantito sia la continuità territoriale, sia il trasporto di passeggeri e merci, inclusi gli approvvigionamenti indispensabili specie per la Sardegna”.
Nel corso di un intervento in occasione di ‘Shipping 4.0: RoMare” andato in scena a Roma, Messina ha inoltre ribadito l’importanza di stringere al più presto nuovi accordi commerciali con Paesi che possano esportare le materie prime non più reperibili da Russia e Ucraina come il grano, l’argilla e l’acciaio, sottolineando l’urgenza di misure legislative per limitare l’impatto del caro-carburante anche nel trasporto marittimo.
L’appello di Assarmatori
Assarmatori, l’associazione di categoria dell’industria della navigazione, che rappresenta gli armatori italiani, dell’Unione Europea e dei paesi terzi che operano in Italia servizi marittimi regolari di linea, ha lanciato un appello al Governo affinché vengano individuate norme a sostegno di tutto il settore, facendo leva sulla continuità territoriale di passeggeri e merci che è un diritto sancito dalla Costituzione.
Dal 2006, infatti, il trasporto terrestre beneficia di un correttivo automatico delle tariffe sulla base dell’andamento del costo del carburante: gli armatori chiedono una misura analoga per il comparto marittimo, in particolar modo per le navi impiegate nei collegamenti per le isole, su tutte la Sicilia e la Sardegna, quest’ultima giù inserita nella top 10 delle migliori destinazioni del 2022.
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