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Casino dell'Aurora: 30mila firme per salvarlo

Il Casino dell’Aurora e l’asta del secolo: la petizione lanciata per salvare la villa con l’unico dipinto murale di Caravaggio supera le 30mile firme

Petizione per salvare Villa Aurora e il suo Caravaggio

Il Casino dell’Aurora è stato definito dalla stampa internazionale “il segreto meglio custodito di Roma”: a metà strada tra Villa Borghese e Via Vittorio Veneto, Villa Aurora è una dimora storica di eccezionale valore artistico e culturale.

Al suo interno sono conservati – tra le altre cose – l’unico dipinto murale di Caravaggio esistente al mondo ed opere del Guercino, del Domenichino e di Paul Bril.

Il Casino andrà all’asta il 18 Gennaio 2022, ma una nutrita schiera di cittadini sta chiedendo di “salvarlo” dall’acquisizione privata tramite una petizione che ha già superato le 30mila firme. L’intenzione è quella di tutelare la Villa – in quanto espressione importante del patrimonio artistico e culturale italiano – e mettere le sue decantate bellezze a disposizione della collettività.

Il Casino dell’Aurora e i suoi capolavori

Il Casino di Villa Boncompagni Ludovisi, meglio noto come Casino dell’Aurora, è ciò che rimane della monumentale tenuta con giardino costruita per volontà del cardinale Francesco Maria Del Monte, mecenate tra gli altri di Galileo Galilei e del Caravaggio, nel XVI secolo. Villa Ludovisi fu demolita nel 1885, e da allora il Casino è l’unico edificio che resta del complesso.

All’interno di una delle stanze più piccole della villa, la cui proprietà si estende per circa 2800 mq, c’è l’unica opera murale nota mai attribuita al Caravaggio: si tratta del dipinto murale del Gabinetto Alchemico, che rappresenta Giove Nettuno e Plutone, datato intorno al 1597.

Nel dipinto, che adorna il soffitto del camerino che il cardinale Dal Monte usava per i suoi studi alchemici, è rappresentata un’allegoria della triade dei principi di Paracelso: Giove, Nettuno e Plutone rappresentano rispettivamente lo zolfo, il mercurio ed il sale – che per Paracelso rappresentavano gli elementi primordiali capaci di essere trasformati in oro.

Villa Aurora deve però il proprio nome al dipinto che domina la sala centrale della residenza: si tratta “L’Aurora”, affresco a tempera del Guercino che rappresenta la giovane dea su un carro trainato da due cavalli, tra l’anziano marito Titone e la notte che fugge davanti a lei.

La collezione statuaria di Villa Aurora è oggi perlopiù conservata presso le istituzioni museali capitoline: spiccano tra gli altri l’Ermes Loghios, poi ribattezzato Ermes Ludovisi, copia di un’opera di un artista vicino a Mirone, ed il Galata suicida, copia romana in marmo di una statua del greco Epigono.

La petizione per fermare l’”asta del secolo”

Il Casino dell’Aurora andrà all’asta il 18 Gennaio 2022, per 24 ore, a partire da una base d’asta da capogiro: il prezzo di partenza è fissato a 471 milioni di euro, con un’offerta minima di 353 milioni 250 mila euro e rilanci di un milione.

Si parla da più parti di “asta del secolo“, e non soltanto per via dell’incredibile cifra richiesta per entrare in possesso del Casino della tenuta Ludovisi e dei capolavori in esso contenuti.

Il valore del patrimonio artistico e culturale conservato all’interno di Villa Aurora e tutta la struttura sono sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, che ha indicato tra le altre cose la necessità di procedere, a carico del nuovo acquirente, con importanti lavori di restauro per circa 11 milioni di euro.

La vendita della Villa prevede l’esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, ed è proprio in forza di questo che è stata recentemente lanciata una petizione – rivolta direttamente al Ministro della Cultura Dario Franceschini – che chiede allo Stato di farsi carico del destino della Villa e bloccare la vendita a privati.

Come si legge nel testo della petizione, che ha raccolto oltre 30.000 firme in poche settimane, l’invito è ad usare “i fondi europei per salvaguardare qualcosa che è nostro”, “per impedire che un altro pezzo di Italia, quella bella, vada svenduto”.

Il riferimento è ai fondi del PNRR, che andrebbero usati, secondo i promotori dell’iniziativa, per far sì che lo Stato eserciti il diritto di prelazione “sull’inestimabile affresco di Caravaggio valutato 350 milioni di euro, sui bellissimi dipinti di Guercino, su un giardino progettato da Lenottre”, lo stesso, continua il testo della petizione, che progettò i giardini di Versailles.