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Case chiuse: da nord a sud Italia, i luoghi a luci rosse

Ogni città d'Italia, nel passato, aveva le sue (tantissime) case chiuse. Ma quali sono i quartieri che un tempo erano a luci rosse, e da chi erano frequentati?

Napoli, Firenze, Venezia: tutte le città d’Italia, in passato, avevano le loro case chiuse. Luoghi che oggi appartengono alla storia, e che continuano a rivestire un certo fascino. Delle case chiuse rimangono i tariffari, che fanno un po’ sorridere. Rimangono le testimonianze, scritte e dipinte. E rimane la curiosità di scoprire cosa, in quelle case chiuse, succedeva.

A Venezia, passeggiando sul Ponte delle Tette (nome decisamente emblematico), tra il Quattrocento e il Cinquecento uomini di ogni età alzavano lo sguardo verso quelle finestre da cui le donne si affacciavano col seno nudo, nell’attesa di un cliente facoltoso che le avvicinasse. A Firenze, Piazza della Passera (che evidentemente non si chiama così per caso) ospitava un bordello in cui persino Cosimo de’ Medici amava andare, preferendolo alla più famosa casa chiusa di Madame Saffo.

A Napoli, poi, ce n’erano addirittura novecento (fino al 1958). C’era pure la versione luxury, La Suprema (il Casino di Salita S. Anna di Palazzo, nel luogo in cui oggi sorge il lussuoso Chiaja Hotel De Charme), con ragazze provenienti da tutta Italia. E soprannominate in base alla loro regione. Il quartiere a luci rosse della città si estendeva tra i Quartieri Spagnoli e via Chiaia, ed era il più grande di tutta Europa. Erano una sorta di prosecuzione della tradizione romana dei lupanari di Pompei, i suoi bordelli, e vedevano tutta una folcroristica alternanza nei vicoli tra le Madonne e le maitresse: c’erano casini frequentati dai giornalisti, altri dai militari. Ciascuno con le sue ragazze e il suo tariffario.

A Milano, il quartiere a luci rosse era quello di Brera: tra via Fiori Chiari e via Fiori Scuri, si susseguivano manciate di privé. Al civico 17 di via Fiori Chiari – una via che è oggi il cuore della Milano artistica e bohémien – vi era la maitresse più longeva d’Italia, Wanda “la Bolognese”. Che era mamma e moglie, che vedeva sessanta uomini al giorno, guidava una Porsche e aveva avuto trenta aborti. Ma che finì, barbona, nei sotterranei della Stazione Centrale.

E le altre città? A Torino c’era una vera e propria via dei Bordelli, che è poi via Conte Verde; a Genova i bordelli si concentravano in via delle Carabaghe, mentre Bologna coi suoi vicoli stretti era tutto un pullulare di locali di questo tipo. Infine Roma, col suo Borgo Pio. Un intero quartiere a luci rosse, proprio al confine col Vaticano. Perché avevano una strana ironia, nel passato…