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Blackout in Spagna e Portogallo: "Anche la Sardegna è a rischio"

Il blackout elettrico in Spagna, Portogallo e parte della Francia potrebbe avere ripercussioni anche sull'Italia e sulla Sardegna: parola all'esperto

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Blackout elettrico

Il blackout elettrico che ha colpito la Spagna, il Portogallo e anche altre parti della Francia ha fatto scattare l’allarme su tutta la rete elettrica europea: in molti si sono interrogati sulle possibili ripercussioni nei confronti dell’Italia e Alfonso Damiano, professore di ingegneria elettrica ed elettronica all’Università di Cagliari, ha fatto il punto della situazione parlando degli eventuali rischi per il nostro Paese e per la Sardegna.

Blackout in Spagna, Sardegna a rischio? La situazione

Come si legge su ‘La Nuova Sardegna’, il professor Alfonso Damiano ha ammesso che la rete spagnola non è performante quanto quella italiana, dichiarando che “la nostra è una delle migliori”. Al tempo stesso, però, il problema rimane, soprattutto per le aree poco interconnesse, come la Sardegna.

“Il sistema elettrico europeo si è sviluppato facendo riferimento a grandi produzioni programmabili centralizzate con dinamiche e tempi di risposta alle emergenze conosciuti e testati – ha spiegato Damiano – la risposta alle emergenze dei due sistemi non è paragonabile. I sistemi di alimentazione da rinnovabili hanno tempi molto più rapidi dei fossili. Se su carbone e altro parliamo di decine di minuti, qui dialoghiamo su millisecondi. Lo sbilanciamento tra domanda e produzione non è stato compensato in Spagna proprio perché la quota di rinnovabili era elevata”.

In un intervento a ‘Radiolina, il professore ha spiegato le dinamiche del blackout che ha colpito la Spagna: “In cinque secondi si è dimezzato il valore della potenza prodotta e il carico è rimasto lo stesso. In questo tempo di diminuzione della potenza si è modificata una delle grandezze fondamentali per la regolazione del sistema elettrico della Spagna, che è la frequenza. Questa riduzione di frequenza ha richiamato potenza dalle centrali che non hanno fatto in tempo a intervenire. Il risultato è stato un distacco a cascata, perché la rete tende a isolare il problema se ovviamente ha i tempi per isolarlo. Il problema è che i tempi erano così rapidi che si è arrivati fino alla Francia”.

La questione delle rinnovabili e degli impianti fotovoltaici

Damiano ha parlato a lungo di come gli impianti fotovoltaici abbiano reagito alla mancanza di potenza della rete tradizionale e di come le energie rinnovabili si comportano rispetto a quelle fossili.

“L’ipotesi che è sotto l’attenzione di tutti è quella secondo cui i sistemi fotovoltaici, vedendo questa perturbazione sulla rete, abbiano reagito proteggendosi. Quindi per evitare che i dispositivi di interfaccia tra gli impianti fotovoltaici e la rete potessero essere danneggiati, perché ci sono dei vincoli di corrente all’interno di questi dispositivi, leggendo questa perturbazione siano intervenuti staccando la produzione. Questo ha fatto crollare ancora di più la produzione provocando un effetto moltiplicativo. A un calo di potenza non è corrisposto un incremento della potenza per sopperire al problema, ma al contrario c’è stato un distacco di ulteriore potenza e questo ha determinato l’effetto a cascata che abbiamo registrato.

E ancora: “Come sappiamo molte rinnovabili, come il fotovoltaico, producono potenza in continua, mentre la nostra rete è in alternata, quindi c’è bisogno di dispositivi che condizionino la potenza per renderla disponibile per la rete. Questi dispositivi sono molto sensibili alle perturbazioni di tensione e soprattutto, essendo costosi, vengono protetti. Dal momento in cui si verifica una perturbazione, per proteggere il proprio convertitore, i dispositivi hanno staccato. Si tratta di una cosa prevista dalle normative.

Questi sistemi hanno delle normative che devono essere seguite e quelle italiane prevedono che gli impianti rimangano connessi alla rete, tuttavia c’è anche un altro vincolo, che il dispositivo debba proteggersi, quindi questi vincoli vengono bypassati quando viene inficiata la funzionalità del componente”.