Allarme zecche, donna morta in Sardegna: come difendersi
In Italia scatta un nuovo allarme: una donna di 70 anni, in seguito alla puntura del parassita, è morta in Sardegna. Ecco cosa fare per difendersi
Nuovo allarme zecche in Italia: una donna di 70 anni in Sardegna è morta a causa di una puntura. La vittima era nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Lanusei da quattro giorni.
A provocare il decesso della pensionata di Ulassai, in Ogliastra, è stata una grave infezione: la rickettsiosi, causata dalla puntura di una zecca. La donna era arrivata in ospedale lo scorso 2 giugno, quando il suo quadro clinico risultava già molto grave.
Allarme zecche in Sardegna
La donna deceduta in Sardegna, Regione che sta facendo i conti con i problemi legati alle cavallette, presentava diversi sintomi come febbre altissima, mal di testa, dolori muscolari e dolori alle articolazioni. Qualche giorno prima si era accorta di avere l’insetto sulla cute: se ne era liberata immediatamente, senza però dare alcun peso all’episodio, visto che non presentava alcun sintomo grave.
La situazione, però, è peggiorata con il passare delle ore: è stato necessario il ricovero in ospedale, dove c’è stata la conferma della diagnosi. I medici hanno somministrato immediatamente tutte le terapie del caso ma l’anziana non ha risposto alle cure ed è deceduta.
L’allarme zecche in Italia è tornato d’attualità come ogni anno, con l’arrivo della stagione più calda. La situazione sembra più preoccupante rispetto agli anni passati e ci sono alcune aree specifiche del nostro Paese più colpite rispetto ad altre.
Nel veronese, per esempio, i casi accertati di punture di zecche sono molto numerosi. L’ospedale di Negrar ha confermato che gli accessi di pazienti punti da questi insetti sono stati 37 dall’inizio dell’anno: un numero superiore rispetto alla media.
Anche in Piemonte è scattato l’allarme: le zecche, infatti, hanno invaso i boschi e le montagne. In tutta la Regione si è registrata una crescita esponenziale della presenza di questo parassita. Una delle cause che ha portato alla proliferazione delle zecche nel Nord d’Italia è stato l’inverno caldo e senza pioggia.
Come difendersi dalle zecche
Sono due le specie di zecche più note: la zecca del bosco e la zecca del cane. Entrambe possono essere vettori di diverse malattie, sia per l’uomo che per gli animali. La rickettsiosi, conosciuta anche come febbre bottonosa, per esempio, provoca febbre alta, cefalea, artralgia e una tipica eruzione esantematica localizzata sugli arti e sul tronco.
La piroplasmosi, invece, è causata da un protozoo che iniettato dalla zecca tramite la saliva, si localizza nei globuli rossi, per invaderli e distruggerli provocando ittero, febbre ed emoglobinuria.
Vista la pericolosità di questi parassiti, è bene prendere i dovuti accorgimenti per difendersi. Risulta fondamentale proteggere piedi e gambe con scarpe chiuse, pantaloni lunghi oppure calzettoni alti fino al ginocchio per chi intende concedersi una camminata in un bosco o fra l’erba alta, sia in montagna che in collina.
Vanno difesi anche i cani, spruzzando l’antiparassitario specifico. Al ritorno a casa, è bene controllare bene sé stessi, i bambini e anche gli amici a quattro zampe: il morso della zecca, infatti, può non sentirsi subito. Per questo motivo, chi viene punto dal parassita può accorgersene solo a qualche giorno di distanza, notando un arrossamento sulla pelle oppure una macchia.
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