A Bologna è allarme pappagalli: cosa sta succedendo
Allarme pappagalli a Bologna e dintorni: gli stormi di parrocchetti dal collare originari dell'Asia centrale stanno devastando i campi di girasole
A Bologna è scattato l’allarme pappagalli: i parrocchetti dal collare, pappagallini verdi originari dell’Asia centrale, sempre più visibili nel Capoluogo dell’Emilia Romagna e nei dintorni, sono diventati nemici giurati degli agricoltori.
Bologna, allarme pappagalli: agricoltori in difficoltà
Gli agricoltori bolognesi sono alle prese con i pappagalli ormai da tempo: arrivano a stormi e potrebbero banchettare sui campi coltivati per almeno due mesi, mettendo a repentaglio la stagione di raccolti.
Gli esemplari arrivati a stormi a Bologna appartengono a una delle tante specie aliene che minacciano l’Italia: sono approdati nel nostro Paese dall’Asia minore circa 35 anni fa e stabilendosi in un habitat diverso da quello originario, rappresentano una grave minaccia per l’agricoltura.
Se in città i pappagallini verdi sono l’incubo di merli e cince, per via della loro grande aggressività, in campagna gli stormi si accaniscono soprattutto sui terreni seminati a girasoli: quest’anno la loro attività di devastazione è iniziata prima rispetto al previsto, andando a causare grandi disagi all’intero settore, come segnalato da parte di Confagricoltura Bologna.
Della situazione pappagalli nel Capoluogo emiliano ha parlato l’agricoltore Alessandro Zambonelli: “Ormai sono uccellini residenti che svernano attorno alla città – si legge su ‘Repubblica’ – nella mia azienda piantiamo grano, sorgo, piselli, orzo, ma è soprattutto del girasole che sono estremamente voraci. I danni sono aumentati, il gradiente vero è la città: più ti avvicini a Bologna, maggiore è la loro presenza. In aperta campagna se ne vedono meno”.
Difficile e costoso mettere in atto delle strategie per impedire ai pappagalli di devastare i campi: “Per tenerli distanti la Regione prevede l’installazione di paletti con palloni colorati con cerchi concentrici – ha spiegato l’agricoltore – ma occorre mettere un paletto, dal costo di 20 euro cadauno, ogni 50 metri quadri, e un ettaro sono mille metri quadri. Si ha idea della spesa dell’acquisto e della posa, oltre al fatto che gli stessi paletti vanno poi rimossi quando si lavora sul campo col trattore? Impensabile. Non è fattibile e nemmeno economicamente sostenibile”.
L’unica soluzione sarebbe quella di non coltivare più: “Ci sto pensando davvero – ha rivelato Zambonelli – sono diversi anni che questa cosa si verifica. Se chi ha i terreni più a ridosso della Fiera non pianta i girasoli, i primi che i parrocchetti incontrano sono i miei”.
I danni ai campi di girasoli
L’allarme pappagallini è scattato a Bologna, città che vanta una delle migliori università d’Europa, e nei comuni limitrofi, come raccontato da un altro socio di Confagricoltura, Francesco Lagorio Serra, proprietario di terreni a Lovoleto dove semina 15 ettari a girasole:
“C’è l’aggravante che mentre gli anni scorsi i parrocchetti si presentavano a fine agosto, quando era il momento del raccolto, quest’anno i danni sono iniziati subito, ai primi di luglio – le parole di Francesco Lagorio Serra riportate da ‘Repubblica’ – questo è terribile, significa che per i prossimi due mesi continueranno a nutrirsi del girasole, il loro alimento principe, e quello disponibile in questo momento”.
Il socio di Confagricoltura ha raccontato che di solito i pappagalli attaccano di mattina e verso sera, arrivando in stormi e facendo un baccano incredibile: arrivano in stormi di 40-50 uccelli e mangiano pochi semi, ma per uno ingoiato ne fanno cadere a terra almeno cento.
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