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Allarme pappagalli verdi in Italia: cosa sta succedendo

Ornitologi e agricoltori lanciano l'allarme per la diffusione incontrollata dei pappagalli verdi in Italia: ecco quali sono i rischi e le soluzioni

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Pappagallo parrocchetto dal collare

In Italia c’è una vera e propria invasione di pappagalli verdi, il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco, che desta non poco preoccupazioni: la loro diffusione incontrollata potrebbe rappresentare un pericolo.

Allarme pappagalli verdi in Italia: i rischi

A lanciare l’allarme sulla diffusione dei pappagalli verdi sono ricercatori e imprese che hanno lanciato un nuovo appello al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza, affinché vengano inseriti “nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza nazionale”.

La mozione, come riferito da ‘Repubblica’, è arrivata a margine di una tavola rotonda andata in scena al Castello di San Giorgio a Maccarese, in provincia di Roma, organizzata dall’azienda agricola Maccarese e dalla Stazione Romana per l’Osservazione e la Protezione degli Uccelli (SROPU), con il patrocinio del Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), della Lipu-BirdLife e del WWF Italia.

Esperti provenienti da tutta Italia hanno firmato la mozione, concordi sulla necessità di “limitare gli impatti che queste specie alloctone e invasive creano alle attività agricole”, dal momento in cui le popolazioni di pappagalli verdi “appaiono in forte aumento numerico e l’idoneità ambientale del nostro Paese fa prevedere un rapido ed estremamente diffuso aumento delle aree di presenza delle due specie”.

Il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco sono due specie che consumano piante coltivate, ortaggi e alberi da frutto, oltre a danneggiare le alberature ornamentali dalle quali prelevano ramoscelli per la costruzione dei nidi: la loro diffusione incontrollata, dunque, andrebbe a rappresentare una grande minaccia per l’agricoltura italiana, settore già chiamato a fare i conti con i problemi causati dalla grande siccità degli ultimi anni.

Nella mozione firmata anche da alcune delle più importanti associazioni ambientaliste nazionali, è stato spiegato che al momento sono noti svariati episodi di danni, anche ingenti, a molte attività agricole del nostro Paese, provocati dalle due specie di pappagalli verdi.

La parola agli esperti: le soluzioni ai problemi

Dei pericoli legati alla diffusione dei pappagalli verdi in Italia ha parlato Fulvio Fraticelli, presidente della Stazione Romana per l’Osservazione e la Protezione degli Uccelli:

“Con strategie differenti, le due specie partono delle nostre metropoli per diffondersi nelle campagne – le parole dell’esperto riportate da Repubblica’ – Il parrocchetto monaco colonizza letteralmente i centri urbani periferici: da Roma, si è diffuso ovunque, lungo la linea costiera, fino a Civitavecchia. Il parrocchetto dal collare, invece, preferisce una vita da pendolare, fa base all’interno del raccordo anulare metropolitano e compie migrazioni quotidiane fino a cento chilometri di distanza, per poi rientrare in dormitori composti anche da diverse centinaia di individui”.

Nel corso della tavola rotonda di Maccarese è emersa la necessità di una presa di posizione del Ministero e anche il bisogno di un’attivazione da parte delle amministrazioni pubbliche. Emiliano Mori, ricercatore del CNR ed esperto delle due specie, ha dato parere positivo a una pianificazione condivisa, “in attesa che sia l’Unione europea a farsi carico, in modo finalmente strutturale, di un problema che non è solo italiano”.

Tra le soluzioni efficaci per risolvere il problema dei pappagalli verdi in Italia, ci sono: la sensibilizzazione diffusa dei cittadini, i quali devono essere consapevoli che dare da mangiare ai pappagalli incentiva la formazione di nuove colonie, e la rimozione di nuovi nidi in costruzione, da eliminare prima che avvenga la riproduzione.